Fano (PU) – Da semplice spacciatore su piazza aveva fatto il salto di qualità diventando un grossista di cocaina con solidi legami con la criminalità organizzata albanese e calabrese. In pratica non faceva più il lavoro sporco ma lo faceva fare ad altri, comunicando con loro attraverso telefoni cellulari vecchi privi di collegamento a internet e intestati a utenti inesistenti. E nemmeno l’aver fatto 6 mesi di carcere (da maggio a novembre 2018) ed essere stato poi ai domiciliari lo aveva fatto desistere, anche perché aveva trovato una fida collaboratrice: la sua fidanzata.
La compagnia dei Carabinieri di Fano, coadiuvata da quella di Colli al Metauro e Fossombrone, ha portato a termine “Prius”, operazione contro il traffico di cocaina a livello provinciale che è solo l’ultimo tassello di un’indagine che dal 2016 ad oggi ha portato all’arresto di 14 persone (6 in questo caso) e al sequestro di 350 grammi di cocaina, 1 chilo di marijuana, 150 grammi di hashish e 47 pasticche di ecstasy, oltre che uno svariato quantitativo di sostanze dopanti e quasi 5mila euro ritenuti provento dell’attività di spaccio.
Al vertice alto di un’organizzazione che controllava il territorio di Fossombrone, Colli al Metauro, Cartoceto e Fano e che era già sfociata nelle operazioni “Circoli Viziosi” e “Pitbull”, c’era L.L., 29enne fanese militante in un pericoloso gruppo skinhead finito nuovamente in carcere insieme alla fidanzata (S.G.), anche lei 29enne fanese. Dietro alle sbarre sono finiti anche M.B, 31enne di Lucrezia e L.M., 23enne di Fossombrone. 11 sono invece gli indagati, tutti piccoli spacciatori che si rifornivano dagli arrestati mentre 35 sono gli assuntori segnalati alla prefettura. L.L. teneva i rapporti con i grossisti e si occupava di far arrivare la droga ai pusher e col tempo aveva messo in piedi un’organizzazione criminale stanata dai Carabinieri solo grazie all’uso di sofisticate apparecchiature.
Lo stesso modus operandi era utilizzato dalla fidanzata che non si faceva certo remore a minacciare i clienti debitori. “Ti vengo a prendere la roba da casa. Se vai dai carabinieri ti mando gli albanesi a casa”. Queste erano solo alcune delle minacce che S.G. rivolgeva ai clienti morosi, uno dei quali aggredito nei giorni scorsi, in pieno giorno, in un bar a Lucrezia da M.B. e L.M che dopo un poco amichevole “Ho ricevuto ordini di spaccarti la faccia e di tagliarti” (ordine ricevuto da L.L.) erano passati alle vie di fatto spedendo il malcapitato all’ospedale. Le lunghe indagini e il materiale prodotto, hanno indotto il GIP del tribunale di Pesaro, dott. Gasparini, su richiesta del Pubblico Ministero Maria Letizia Fucci, a disporre per i quattro la misura cautelare della custodia in carcere in quanto recidivi.
Nella fase esecutiva dell’operazione, che ha visto coinvolta la sezione Cinofili di Pesaro con i loro Pastori Tedeschi Anita e Yago, sono stati arrestati in flagranza di reato per detenzioni ai fini di spaccio, L.R.J, 26enne fanese titolare di un noto bar a Centinarola, trovato in possesso di 1kg di marijuana e M.T., forsempronese che aveva pronte in casa diverse dosi di cocaina e marijuana pronte da mettere sul mercato. L.R.J si trova ai domiciliari mentre tra oggi e domani è prevista l’udienza di convalida del fermo per M.T..
Per capire la vastità dell’operazione, che ha ricevuto il plauso del comandante provinciale Luciano Ricciardi, è sufficiente pensare al volume di sostanze che L.L. e i suoi compari muovevano, qualcosa come 1 etto di cocaina a settimana che sul mercato veniva venduta a circa 50/80euro al grammo per un totale di 5/8mila euro a settimana.