Sant’Angelo in Vado (PU) – Musiche al sapore di tartufo a Sant’Angelo in Vado. La cittadina dell’Alta Valle del Metauro, in provincia di Pesaro-Urbino, che da 55 anni ospita la Mostra Nazionale del Bianco Pregiato (la seconda in Italia per longevità), ha musicato per la prima volta il prelibato tubero soddisfacendo così non solo olfatto e gusto, ma anche l’udito, componendo la “Sinfonia del Tartufo” fortemente voluta dall’amministrazione, in primis dal vicesindaco nonché assessore al Tartufo, Romina Rossi.
Per fare questo ci si è rivolti a Livio Boccioni, professionista del settore, che per mesi ha registrato i suoni e i rumori direttamente nel bosco, ambiente in cui il tartufo nasce e cresce, come ad esempio temporali, vento e cane che scava la terra durante la cerca. Questi rumori sono stati trasformati in melodia grazie all’utilizzo di strumenti musicali.
Il processo è stato adattato sia al tartufo bianco sia al tartufo nero perché i due tipi di tubero hanno un processo naturale e di crescita diverso e quindi diversi sono anche i rumori e suoni che lo caratterizzano e di conseguenza gli strumenti utilizzati per riprodurlo.
Un ticchettio di orologio da il via al brano a simboleggiare la natura che fa il suo corso e che piano piano vede nascere e crescere il tartufo, un tartufo che inizia a formarsi in inverno ed ecco perché i primi rumori che si odono sono quelli del vento e dei passi su neve e ghiaccio.
La commistione tra uomo, natura e bosco e il susseguirsi delle stagioni è il leit motiv della composizione, un fondersi che ben è rappresentato dal suono di campane che annunciano l’arrivo della primavera e il risveglio della terra. A questi suoni ambientali si alternano però suoni più grotteschi (fagotto, controfagotto, oboe) per il tartufo nero e più di classe (arpa, pianoforte, sax) per il bianco pregiato, che sono come dei piccoli messaggi che il tartufo lancia come a dire “sto crescendo, ci sono anch’io”.
Dalla primavera si passa all’estate, una stagione i cui temporali sono fondamentali per un buon “raccolto”, temporali che si riescono a sentire nitidamente nel brano, sempre intervallati dal suono più “robusto” del tubero che cresce.
E dopo tre stagioni si arriva finalmente all’autunno, la stagione regina, dove il respiro affannoso del cavatore che si addentra nel bosco calpestando le foglie cadute dagli alberi, viene coperto da colui che in questo spartito recita un ruolo fondamentale, il cane, che scavando con il suo fiuto infallibile scopre il Re della Terra dando così vita ad un concerto tutto da ascoltare e degustare.
I brani saranno presentati nell’ambito della due giorni dedicata all’ambiente (28-29 aprile) ed inserita nel progetto del “Tartufo tutto l’Anno”, concept lanciato lo scorso anno dall’amministrazione per promuovere il territorio e il suo prodotto d’eccellenza 365 giorni l’anno e non solo in occasione della mostra dedicata. La “Sinfonia del Tartufo” spiega tra note, fruscii e sibili, il percorso che il pregiato frutto della terra compie prima di arrivare lamellato sui piatti, un percorso lungo e tortuoso reso possibile solo grazie a determinate condizioni ambientali e climatiche che sono proprie di una terra magica come Sant’Angelo in Vado.
Ad ascoltare in anteprima le due sinfonie (una per il bianco e una per il nero) realizzate dallo studio di registrazione The Convent di Sant’Angelo in Vado, saranno le 55 città che compongono l’Associazione nazionale Città del tartufo (Anct), convocate proprio nell’antica Tifernum Mataurense il 28 aprile per l’assemblea annuale nella quale il presidente Michele Boscagli, aggiornerà sullo stato di avanzamento del dossier di candidatura Unesco “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali”.
“Come amministrazione – spiega Romina Rossi – crediamo fortemente nel valore trainante che il tartufo ha per il territorio, non solo nelle mostre a lui dedicate ma in ogni periodo dell’anno e in ogni settore. La Sinfonia del Tartufo è un esempio di come questo frutto pregiato della terra sia il vero protagonista dei nostri borghi per cui non resta che restare in silenzio e lasciarlo ‘cantare’ come solo lui sa fare”.