Fano (PU) – “Siamo rimasti basiti dall’atteggiamento del Sindaco e della giunta di fronte a quello che sta accadendo a 71 lavoratori che attualmente svolgono il ruolo di autista e soccorritore presso la Croce Azzurra e la One. Infatti, con l’aggiudicazione provvisoria alla Croce Rossa, della gara indetta dalla Regione Marche avente ad oggetto i trasporti non sanitari (dialisi, dimissioni e visite), ben 71 operatori perderanno il lavoro, visto che non è prevista nessuna clausola sociale che obbliga la CRI ad assumerli”. Ad affermarlo sono gli esponenti di opposizione, Luca Serfilippi (La Tua Fano), Davide Delvecchio (UDC), Gianluca Ilari e Marianna Magrini (Progetto Fano) e Stefano Mirisola (Forza Italia) che aggiungono: “Il Sindaco (nonostante abbia in suo seno la delega alla sanità) ha preferito far rispondere all’Assessore ai Servizi Sociali Marina Bargnesi. A nulla sono valsi gli appelli delle associazioni sanitarie e dei sindacati, infatti la Regione ha tirato dritto tagliando ben 1.4 milioni di euro sul servizio (da 1.8 ml annui si è passati a 315.000 €) per quanto riguarda l’Area Vasta 1. A farne le spese come sempre sono padri di famiglia, 50enni la maggior parte, che si vedranno recapitate lettere di licenziamento da qui a pochi giorni”.
“Il tutto – sottolineano – nell’indifferenza dei nostri amministratori. Infatti in risposta all’interrogazione presentata dal sottoscritto, insieme a Davide Delvecchio (UDC), Gianluca Ilari e Marianna Magrini (Progetto Fano) e Stefano Mirisola (Forza Italia), il Sindaco (nonostante abbia in suo seno la delega alla sanità) ha preferito far rispondere all’Assessore ai Servizi Sociali Marina Bargnesi. Quest’ultima oltre a confermare il taglio ai dializzati non barellati, ha detto che scriveranno una letterina alla Regione Marche per chiedere un supporto per queste persone. Poco o nulla insomma. Anzi, sembra che proprio l’assessore, insieme al coordinatore dell’ambito VI stiano cercando di dare continuità al servizio di trasporto per i dializzati non barellati tramite un’associazione di volontariato locale (tradotto Protezione Civile) con un piccolo rimborso.
Ora la domanda è chiara: fino a che punto il volontariato è giusto che sopperisca ai privati per dei servizi pubblici? E’ giusto che un’associazione privata prenda in capo dei servizi pubblici, causando il licenziamento di decine di persone? Riuscirà a garantire lo stesso servizio con ¼ delle somme? Oppure verranno ammassati pazienti sulle ambulanze senza un soccorritore all’interno?”