Fano (PU) – L’Associazione Fanocuore, attiva da oltre 15 anni nella diffusione della cultura del primo soccorso e nel promuovere l’uso del defibrillatore semiautomatico (DAE) come efficace contrasto alla morte cardiaca improvvisa, ha scritto una lettera aperta al presidente della Regione, Luca Ceriscioli, esprimendo parere negativo nei confronti della necessità di autorizzazione all’uso dell’importantissimo strumento salvavita.
“Nel 2001 – scrivono dall’associazione – abbiamo avviato a Fano uno dei primi progetti di defibrillazione precoce in Italia e oggi aderiamo al Progetto Vita Italia che vede come capofila Piacenza, prima città europea ad avviare un progetto di defibrillazione precoce sul territorio che in questi anni ha prodotto risultati concreti in termini di vite salvate. L’esperienza di questi anni ci ha portato a maturare un parere negativo nei confronti della necessità di autorizzazione all’uso del defibrillatore, prevista dalla normativa, con conseguente richiesta di corsi di formazione lunghi e inutile impegno di risorse per il rilascio delle autorizzazioni stesse da parte finora delle centrali operative del sistema di emergenza territoriale. La necessita di autorizzazione ha costituito un ostacolo alla diffusione dei DAE contribuendo ad alimentare l’erronea percezione della pericolosità di uno strumento salvavita che ha ampiamente dimostrato la sua sicurezza ed efficacia. La recente modifica da parte della Regione Marche dei criteri di accreditamento dei centri di formazione (RGD 161-2017) non va nella direzione di una semplificazione dell’informazione alla popolazione. L’ introduzione di una tassa di 500 euro annui per i centri di formazione accreditati comporta sicuramente un aumento delle spese non necessarie. Con 500 euro si possono comprare diversi materiali di consumo (elettrodi, batterie) per mantenere efficienti i DAE, con la spesa di due anni si può comprare un DAE.
Siamo convinti che la diffusione dell’uso del DAE vada incoraggiata con l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini”.
“Le risorse che oggi vengono impiegate – continuano – e che si pensa di continuare ad impiegare nel tenere inutili registri di persone autorizzate e nell’arrivare a stampare attestati di autorizzazione possono essere più utilmente impiegate in campagne di sensibilizzazione ed informazione alla cittadinanza. E’ nota l’esperienza di aeroporti statunitensi dove diverse vittime di arresto cardiaco sono state salvate da persone che hanno usato il defibrillatore seguendo le istruzioni diffuse sugli schermi presenti nelle sale.
Con la presente la invitiamo a prendere in considerazione il nostro punto di vista, le chiediamo di adoperarsi affinché a livello Regionale e Nazionale si arrivi al superamento dell’ autorizzazione e all’avvio di campagne di informazione.
La domanda di fondo è: di fronte ad una persona colpita da arresto cardiaco chi si trova a poterla soccorrere deve ancora chiedersi se è autorizzato ad usare il defibrillatore?
Per le motivazioni sopra esposte la nostra associazione non chiederà l’accreditamento secondo le nuove indicazioni. Continueremo nella nostra attività di informazione e sensibilizzazione dei cittadini. Continueremo ad insegnare l’uso del defibrillatore e continueremo ad adoperarci perché la rete dei defibrillatori diventi sempre più efficace nella lotta alla morte cardiaca improvvisa”.