Pesaro (PU) – Gli agenti della Squadra Mobile di Pesaro hanno denunciato un pesarese di 50 anni, già noto alle Forze dell’Ordine, di professione artigiano, per i reati di prostituzione minorile e violenza sessuale, consumati ai danni di una minorenne.
I fatti sono venuti alla luce verso la fine del mese di settembre, allorchè una 13enne pesarese, che con un nome di fantasia chiameremo Stefania, si è presentata accompagnata da un’amica 16enne presso la Questura, dicendo di subire da tempo molestie di natura sessuale ad opera di un adulto del posto.
Le dichiarazioni di Stefania hanno provocato l’immediato intervento degli agenti della Sezione della Squadra Mobile specializzata in crimini contro i minori, ai quali la 13enne ha riferito che da circa tre mesi, assieme alle sue amiche, aveva preso a trascorrere il suo tempo libero nel cortile antistante la bottega di un artigiano del centro di Pesaro, entrando a poco a poco in confidenza con l’uomo, allettate dalla sua gentilezza e dal fatto che questi aveva messo a loro a disposizione il suo collegamento wi-fi ed il suo personal computer per navigare in internet, oltre a donargli piccole somme di denaro per acquistare bibite, dolciumi e patatine.
A poco a poco, però, l’artigiano aveva iniziato a concentrarsi in maniera particolare su Stefania, rivolgendole attenzioni anche di natura sessuale, consistenti in palpeggiamenti, carezze e baci, con contestuali offerte di denaro (5 o 10 euro) e relative proposte di appartarsi con lui, alle quali la ragazzina aveva avuto la presenza di spirito di sottrarsi.
La situazione è continuata sino a quando la 13enne, consigliata dalla sua amica più grande che evidentemente aveva iniziato ad intuire il pericolo, ha deciso di rivolgersi alla Polizia e di raccontare quanto le stava accadendo.
Le successive indagini hanno portato all’identificazione dell’uomo, che è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro. L’autorità Giudiziaria, sulla base dei solidi elementi forniti dagli investigatori della Squadra Mobile, ha emsso la misura cautelare degli arresti domiciliari, alla quale i poliziotti hanno dato esecuzione.
Del tutto ignari dell’accaduto i genitori di Stefania, ai quali la 13enne, forse perchè non pienamente resasi conto dei rischi a cui si stava esponendo, nulla aveva raccontato.