

Roma – Dall’immigrazione ai dazi, passando per una futura età dell’oro americana. Con questi argomenti Trump, in Michigan (uno degli stati chiave che lo hanno riportato alla Casa Bianca), ha intrattenuto la folla venuta ad assistere al comizio per i suoi primi cento giorni da presidente degli Stati Uniti. Più che un resoconto, però, quello del tycoon è stato uno show elettorale, di quelli plateali, fatti di slogan, a lui tanto cari. Un vero fiume in piena, Trump, che prima di salire sul palco del Macomb Community College, ha rilasciato un’intervista alla Abc News, in cui ha dichiarato che gli piacerebbe essere Papa. “Sarebbe la mia prima scelta”, ha detto, fornendo anche un suo personale endorsement all’arcivescovo conservatore di New York, Timothy Dolan.
“I primi 100 giorni di maggior successo di qualsiasi amministrazione nella storia del nostro paese”, ha affermato il presidente statunitense nel suo discorso di un’ora, mettendo in risalto solo le priorità di questo secondo mandato e promettendo “non avete ancora visto niente”. Dopo aver mostrato un video sulle deportazioni degli immigrati irregolari, il tycoon ha affermato di averne ridotto l’arrivo del 99%, rimarcando la sua intransigenza sul tema. Sui dazi, poi, nessun accenno alla preoccupazione dei mercati globali né alle sue ‘particolari’ strategie economiche, ma solo la promessa che le tariffe al 25% porteranno in America nuovi posti di lavoro. E i dazi altissimi della Cina? “Se li merita”, ha affermato. Così facendo “stiamo mettendo fine al più grande furto di posti di lavoro”.
Dopo i 130 ordini esecutivi già firmati finora, Trump ha parlato anche dei prossimi passi e della futura età dell’oro che tornerà in America, annunciando nuove leggi sugli sgravi fiscali: “Ci stiamo riprendendo il Paese da una classe politica malata, invece di mettere al primo posto la Cina, io metto il Michigan e l’America primi”.