

Roma – Il bilancio ufficiale è al momento di 800 morti e oltre 2.800 feriti, per un violento sisma che ha colpito l‘Afghanistan orientale ieri sera, domenica 31 agosto, secondo quanto riferito ai media dal ministero dell’Interno afghano. Si è trattato di un terremoto di magnitudo 6 della scala Richter che ha colpito diverse città nella provincia di Kunar, vicino a Jalalabad, vicino al confine con il Pakistan.
L’Autorità per la Gestione dei Disastri di Kunar ha dichiarato che i morti e i feriti sono stati registrati nei distretti di Nur Gul, Soki, Watpur, Manogi e Chapadare. “Il numero di vittime e feriti è elevato, ma visto che l’area è di difficile accesso, le nostre squadre sono ancora sul posto”, riporta dai suoi canali social il portavoce del ministero della Salute afgano, Sharafat Zaman. Sempre lo stesso Zaman, ha spiegato, che secondo le informazioni in possesso, “diversi villaggi nel distretto di Noor Gul, nella provincia di Kunar, sono stati completamente distrutti (Sholat, Aret, Mama Gul, Wadira e altri villaggi) e hanno subito gravi danni”. Il bilancio delle vittime è destinato a salire, “sono in corso le operazioni di soccorso”.
La Bbc riferisce che molte strade sono bloccate e, visto che la regione colpita è di carattere montuoso, le attività di soccorso possono essere svolte solo per via aerea. Nel frattempo, nella provincia di Nangaha, decine di volontari si sono precipitati negli ospedali per donare il sangue. Alla scossa più forte di magnitudo 6, sono seguite altre due scosse di assestamento distinte, di magnitudo 5,2.
Le Nazioni Unite in Afghanistan confermano che un “devastante terremoto” ha colpito la regione orientale, “causando centinaia di vittime e ferendone molte altre”. Anche i team Onu sono sul campo, “fornendo assistenza di emergenza e supporto salvavita”.