

Roma – E’ stata approvata dal Parlamento europeo una risoluzione che condanna il blocco totale all’ingresso agli aiuti umanitari da parte del governo di Israele nella Striscia di Gaza, a oltre 23 mesi dall’avvio dell’operazione militare su larga scala contro l’enclave palestinese, chiedendo al contempo un’indagine su “tutti i crimini di guerra e sulle violazioni del diritto internazionale, e chiamare tutti i responsabili a rispondere delle proprie azioni”.
Con 305 voti favorevoli, 151 contrari e 122 astensioni, il Parlamento chiede inoltre al governo di Tel Aviv l’apertura di tutti i pertinenti valichi di frontiera. Riconoscendo che l’embargo su cibo, acqua, farmaci e altri generi di prima necessità “ha provocato una carestia nel nord di Gaza”, l’eurocamera “invita Israele anche a ripristinare con urgenza il mandato e i finanziamenti dell’Unrwa”, l’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, messa al bando dalle autorità di Tel Aviv per presunte accuse di legami con movimenti terroristi.
Se ne propone “un controllo rigoroso” nelle attività, affinché sia però ripristinato il sistema di distribuzione degli aiuti a guida Onu, opponendosi “fermamente all’attuale sistema”, gestito da Israele e Stati Uniti. In aggiunta, si domanda “il ripristino immediato delle infrastrutture vitali”.
Si lancia poi un appello a “un cessate il fuoco immediato e permanente e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi israeliani”. Il Parlamento europeo “sollecita tutte le parti a rispettare i propri obblighi umanitari ai sensi del diritto internazionale”.
Condannando la pratica di Hamas di “usare i civili come scudi umani”, e riconoscendo “il diritto inalienabile di Israele all’autodifesa”, i parlamentari chiariscono che “tale diritto non può giustificare azioni militari indiscriminate a Gaza, e esprime preoccupazione per le continue operazioni militari nella Striscia di Gaza, che si sono tradotte in sofferenze insopportabili per la popolazione civile”.
Infine, si esprime a sostegno alla “soluzione dei due Stati”, alle “sanzioni Ue contro coloni e attivisti israeliani violenti in Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, e contro i ministri israeliani Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir”, nonché “alla decisione della presidente della Commissione europea di sospendere il sostegno bilaterale dell’Ue a Israele e di sospendere parzialmente l’accordo UE-Israele in materia commerciale”.