

Roma – Nicolas Sarkozy è stato dichiarato colpevole di associazione a delinquere nel processo sui presunti finanziamenti ricevuti dal regime di Muammar Gheddafi, mentre è stato assolto dalle altre accuse. Secondo l’accusa, il leader libico avrebbe versato milioni di euro per sostenere la campagna elettorale che portò Sarkozy all’Eliseo, in cambio di aperture diplomatiche, protezione legale e vantaggi commerciali, oltre che di un tentativo di riabilitazione della propria immagine presso i paesi occidentali.
L’ex presidente francese è stato condannato a cinque anni di carcere. È un momento davvero storico: la prima volta che un ex presidente francese andrà in prigione, perché finirà in custodia cautelare anche se dovesse presentare appello. Le Monde spiega che, come parte della sentenza, sarà “convocato entro un mese dalla procura per essere informato della data della sua incarcerazione”, ma il suo appello non sospenderà la pena.
Sarkozy sottolinea di essere stato assolto da tre delle quattro accuse a suo carico e di essere stato dichiarato colpevole solo dell’accusa di “associazione a delinquere”. Sottolinea che il suo indirizzo è ben noto e che, essendo un personaggio pubblico, non può sottrarsi alle sue responsabilità. Critica la decisione del tribunale di mandarlo in prigione, ma conferma che la rispetterà: “Se vogliono assolutamente che io dorma in prigione, dormirò in prigione, ma a testa alta“.
“Quelli che mi odiano così tanto pensano di potermi umiliare. Ciò che hanno umiliato oggi è la Francia, l’immagine della Francia. E’ un’incredibile ingiustizia”.
L’ex presidente francese, che oggi ha 70 anni ed è già stato condannato due volte per corruzione (una con sentenza definitiva a tre anni, in parte ai domiciliari) si è sempre difeso respingendo ogni accusa. A suo dire, gli ex collaboratori di Gheddafi lo avrebbero coinvolto in accuse false per vendicarsi del ruolo avuto dalla Francia nella caduta del regime.