Fano (PU) – “Apprendiamo dai giornali che l’assessore al Patrimonio Santorelli ha presentato in Comune l’ITS Academy – Tecnologia e Made in Italy, indicando il piano superiore del Centro civico di Gimarra (quasi 500 mq) come futura sede didattica. Una strana tempistica visto che, sempre a leggere gli articoli, i corsi partiranno solo nel 2026 e non sono ancora accreditati dalla Regione Marche”. Ad intervenire sull’argomento e ad essere contrari il PD di Fano, Fano Cresce e In Comune.
“Comunque – affermano – chiariamolo subito: nessuno mette in discussione il valore dell’ITS. Portare a Fano percorsi tecnici innovativi è positivo. Se per farlo però si sottrae un luogo di socialità ad un quartiere giovane e in crescita, allora qualcosa non torna. Gli spazi comunali non sono un magazzino da riempire di volta in volta ma un investimento di comunità e, quando riguardano periferie e frazioni, andrebbero gestiti con ancora più cura perché lì c’è più bisogno di socialità per prevenire il disagio”.
“Come gruppo consiliare PD, – si sottolinea – insieme ai gruppi di Fano Cresce e In Comune con Mascarin, avevamo già sollevato il tema con un’interpellanza in Consiglio, con interventi sui media locali e anche con un volantino distribuito casa per casa: quello spazio nasce come attrezzatura sociale di interesse collettivo, per dare al quartiere luoghi di aggregazione per giovani, associazioni, attività ricreative, in linea con la storia di ex colonia marina e con l’indirizzo seguito dalle amministrazioni Aguzzi e Seri”.
“Invece – delineano ancora gli esponenti del Partito Democratico, Fano Cresce e In Comune – la Giunta Serfilippi ha deciso di metterlo a reddito – con un canone di soli 3 euro al mq al mese – trasformandolo in una sede scolastica, senza un confronto vero coi residenti e senza spiegare il percorso che rende questa scelta compatibile con la destinazione originaria. Per questo abbiamo chiesto formalmente di vedere il contratto di locazione: vogliamo capire titolo, condizioni, oneri e se siano previste soluzioni per lasciare almeno una parte degli spazi al quartiere”.