Roma – Alla fine, come al solito, con Trump è solo una questione di affari, e di rapporti personali. Il Presidente degli Stati Uniti, che ormai da mesi arringa il mondo sull’importanza di uno stop all’acquisto del gas russo per mettere alle strette Putin e costringerlo a chiudere l’aggressione all’Ucraina, ha concesso all’Ungheria un’esenzione di un anno dalle sanzioni statunitensi per l’acquisto di petrolio e gas russi. La decisione, annunciata dopo l’incontro con Viktor Orbán alla Casa Bianca, rappresenta una significativa vittoria diplomatica per Budapest, che da mesi chiedeva un allentamento delle restrizioni. Trump ha giustificato la deroga sostenendo che “è molto difficile per Orbán ottenere petrolio e gas da altre aree”, data la posizione geografica dell’Ungheria, priva di sbocchi sul mare e fortemente dipendente dalle forniture russe. L’esenzione riguarda esclusivamente il settore energetico e avrà validità di dodici mesi. L’accordo prevede anche l’acquisto da parte di Budapest di gas naturale statunitense per alcune centinaia di milioni di dollari, un gesto interpretato come concessione politica verso Washington.
La mossa arriva poche settimane dopo che gli Stati Uniti avevano minacciato sanzioni per chiunque avesse continuato a commerciare con due grandi compagnie petrolifere russe. L’inversione di rotta di Trump ha suscitato perplessità – eufemismo – in Europa, dove la linea ungherese sui rapporti con Mosca è da tempo considerata troppo morbida. Orbán, da anni stretto alleato politico e personale di Trump, ha difeso la sua posizione sostenendo che i gasdotti “non sono ideologici né politici, ma una realtà fisica”. Il premier ungherese punta a trasformare la continuità delle forniture energetiche a prezzi “popolari” in un argomento centrale della sua campagna elettorale per le politiche della prossima primavera. Durante il colloquio alla Casa Bianca, i due leader hanno discusso anche della guerra in Ucraina. Trump ha dichiarato che Orbán “conosce bene Putin” e ritiene possibile “porre fine al conflitto in un futuro non troppo lontano”. Il premier ungherese, da parte sua, ha ribadito che solo Stati Uniti e Ungheria “vogliono davvero la pace”, aggiungendo che “un miracolo potrebbe ancora accadere” sul fronte ucraino. Trump ha lodato Orbán definendolo “un leader che l’Europa dovrebbe rispettare di più, perché ha avuto ragione sull’immigrazione”.