Roma – “In Italia la ricchezza si distribuisce in maniera indecentemente ineguale. Il ministro Giorgetti fa il gioco delle tre carte: ma i fatti lo smentiscono. Ai redditi da 28 mila euro va un caffè al mese, a quelli da 200 mila euro regalano oltre 400 euro. Blaterano di flat tax per i lavoratori ma il problema è che gli scaglioni sono troppo pochi, chi guadagna mezzo milione ha la stessa aliquota di chi ne guadagna 51 mila. È stato chiaro da subito, prima ancora che venisse certificato da Istat e Banca d’Italia, che l’intervento fiscale non riduce le diseguaglianze“. Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs in un’intervista a Repubblica.
“Patrimoniale? Sono anni che proponiamo di tassare le grandi ricchezze – prosegue il leader di SI – Sono moltissime le modalità di immaginare un’imposta sui grandi patrimoni. In questo paese cresce la ricchezza complessiva, crescono gli utili, ma cresce anche il numero dei lavoratori poveri e di chi non può permettersi cure sanitarie. Serve un fisco diverso e più giusto. E su questo Conte sbaglia. Il mondo è cambiato e la quota di ricchezza prodotta dai patrimoni finanziari è sempre più grande. Chi finge di non vederlo come la destra poi si ritrova a portare alle stelle la pressione fiscale sui redditi da lavoro. Noi non vogliamo introdurre nuove tasse tout court: noi vogliamo spostare il peso fiscale e fare in modo che chi lavora o è in pensione paghi di meno e chi vive di rendita o di speculazione paghi di più. Infine – conclude Fratoianni – bisogna adeguare gli stipendi pubblici e privati all’inflazione. Anche quando aumentano, grazie ai sindacati, quegli aumenti vengono mangiati dall’inflazione e dal costo della vita che cresce. E poi la sciagura dell’aumento dell’età pensionabile, penso invece che andrebbe ridotta. Siamo andati oltre la legge Fornero, quando invece Matteo Salvini aveva promesso di cancellarla. Per questi motivi il giorno dello sciopero generale del 12 dicembre saremo nelle piazze e sosteniamo le ragioni dei lavoratori e delle lavoratrici. Ricordo a Meloni, che contesta lo sciopero perché è di venerdì, che quando si sciopera si rinuncia a un giorno di stipendio. Per chi guadagna molto poco è una scelta difficile. Bisogna avere rispetto”.