Fano (PU) – A margine del dibattito pubblico che si è tenuto lo scorso sabato 30 gennaio presso la sede del PD fanese, con l’obiettivo di valutare una nuova progettualità del sistema d’istruzione locale, la senatrice Francesca Puglisi (capogruppo PD nella VII commissione) ha incontrato una delegazione di ricercatori precari, tra cui i rappresentanti degli assegnisti di ricerca dell’Università di Urbino.
“È stato un interessante e proficuo momento di confronto – scrive il consigliere comunale Pd Federico Perini – . I ricercatori hanno portato all’attenzione della Senatrice le loro istanze legate ai troppi anni di precarietà senza la certezza di un posto di ruolo, agli scarsi finanziamenti nel settore della ricerca e all’ inquadramento delle figure dei borsisti e assegnisti di ricerca nel mondo universitario. Proprio queste figure professionali infatti non vengono riconosciute come tali, rimanendo circoscritte ad una ambito considerato di sola formazione e non potendo quindi godere delle tutele previste per tutti gli altri lavoratori dipendenti (contributi previdenziali, maternità, tredicesima mensilità, t.f.r., sussidio di disoccupazione). Ci tengo a sottolineare come in realtá i ricercatori sono una grande forza lavoro (forse la principale) sulla quale fanno affidamento gli atenei per condurre progetti di ricerca e diversi corsi di laurea. È indubbio che la ricerca in ogni ambito é un presupposto essenziale per lo sviluppo economico e culturale di un paese moderno. É necessario quindi riconoscere queste professionalità sotto ogni aspetto, oltre a garantire adeguati finanziamenti per le tecnologie ed il funzionamento delle strutture universitarie”.
“La Senatrice ci ha illustrato la linea del Governo che prevede diverse iniziative al fine di promuovere la ricerca in Italia, settore su cui il nostro paese vede finanziamenti e progettualitá attualmente agli ultimi posti nelle classifiche europee”.
“Inoltre, in merito a questi punti e alla regolamentazione futura dei nuovi post-doc (contratti per chi ha conseguito il dottorato di ricerca) si è dimostrata disponibile a considerare le nostre proposte. Infatti ci ha invitato ad elaborare un documento dove inseriremo le nostre idee, le problematiche e alcuni spunti per migliorare la situazione, ormai da troppo tempo dimenticata, del precariato della ricerca italiana”.