

Fano (PU) – Tanta voglia di Africa. La presenza de L’Africa Chiama in tutte le regioni italiane è testimoniata ancora una volta dalle molte domande, quasi trenta, pervenute da altrettanti giovani che hanno partecipato alla selezione per svolgere per un anno il servizio civile nazionale a Fano o internazionale in Africa, e precisamente in Kenya e Zambia, dove la ong fanese da 15 anni ha attivato numerosi interventi umanitari a favore di oltre 18.000 persone, in gran parte bambini e ragazzi, in grave difficoltà.
E così i sette giovani selezionati, quattro per l’Africa e tre per la sede di Fano, hanno iniziato in ottobre il loro percorso di formazione svoltosi nella prima parte a Roma e a Catania e nella seconda parte nella Città della Fortuna.
Per raggiungere la baraccopoli di Kanyama in Zambia, dove saranno impegnati nel servizio in una clinica e in una scuola con 973 alunni, sono partiti Beatrice Berto, laurea magistrale in scienze internazionali e diritti umani, di Torino e Giulio Lorenzi di Rovereto laureato in cooperazione internazionale, ambedue attratti fortemente dal desiderio di condividere un periodo della loro vita con le popolazioni più povere e più vulnerabili del continente nero.
Nella baraccopoli di Soweto in Kenya, periferia di Nairobi, per stare vicino a ragazzi di strada, bimbi disabili, mamme sieropositive e anziani soli, si recheranno Domenico Cavorsi, perito informatico, di S.Giovanni Rotondo e Matilde Giunti, con un master presso l’Università Lateranense di Roma, ambedue mossi dalla volontà di fare un’esperienza forte che dia un senso profondo alla loro vita ed anche per un incontro ravvicinato con la cultura e le aspirazioni di quelle popolazioni che attendono giustizia e solidarietà.
A Fano, nella sede de L’Africa Chiama, in via Giustizia 6/D, hanno iniziato il servizio civile tre ragazze, le fanesi Sara Scaringia (laureanda in servizi sociali) e Silvia Menchetti (laureanda in lingue e letterature straniere) e la cagliese Giulia Tagliatesta (laureata in servizi sociali), che saranno impegnate nel doposcuola gratuito per alunni stranieri (tre pomeriggi alla settimana) e per l’attivazione di percorsi scolastici di educazione alla mondialità e alla interculturalità nelle scuole primarie e secondarie della nostra provincia.