

Fano (PU) – Arrivano dalla biblioteca Ambrosiana di Milano e per averli, gli organizzatori hanno vinto la concorrenza niente meno che delle scuderie del Quirinale. Difficilmente si è vista dalle nostre parti una mostra di questa portata e per questo si prevedono turisti da ogni parte d’Italia. “Leonardo e Vitruvio: oltre il cerchio e il quadrato. Alla ricerca dell’armonia. I leggendari disegni del Codice Atlantico” , la mostra che mette in luce il legame tra Leonardo da Vinci e Vitruvio, si è aperta alla città ufficialmente questo pomeriggio e resterà visitabile fino al 13 ottobre.
Protagonisti dell’esposizione sono 5 disegni originali del genio toscano, ma non 5 disegni qualsiasi bensì quelli che spiegano maggiormente il rapporto tra i due artisti e che danno a Vitruvio i giusti meriti, lui che spesso è oscurato dall’aurea dell’Uomo Vitruviano. Sotto le opere, disposte in maniera facilmente visibili e collocate all’interno di una macchina tecnologica che ne controlla la temperatura e che è monitorata con un data log direttamente dall’Ambrosiana, ci sono dei monitor che spiegano e animano i disegni per dare modo al visitatore di capire quello che Leonardo stava pensando mentre disegnava utilizzato i trattati d’architettura vitruviani.
La mostra ha anche un lato digitale curato da Paolo Clini e dallo staff dell’Università di Ancona: al piano terra è stata disposta una panca con degli oculus che condurranno chi li indosserà direttamente alla Basilica di Vitruvio, con l’architetto fanese che farà addirittura da Cicerone mentre al piano superiore della Sala Morganti, dov’è collocata la mostra, delle app faranno prendere vita alle più famose macchine di Leonardo. I 5 disegni (il Rodometro l’antenato del contachilometri, l’Orologio ad Acqua, la Grande Balestra, le Lunule e il rinforzo delle volte del Duomo di Milano) sono stati disegnati da Leonardo in scala 1:1 e questo significa che è rappresentato in un foglio grande più o meno come un contemporaneo A4, anche il più piccolo degli ingranaggi.
Insieme a Beltramini e Clini, la terza curatrice è Francesca Borgo, giovanissima veronese considerata la leonardista più promettente al mondo che attualmente insegna all’università St. Andrews di Edimburgo.