Terre Roveresche (PU) – “No assoluto alla realizzazione del digestore a Barchi”. E’ perentorio il consigliere regionale Federico Talè, che riferendosi all’impianto da 40mila tonnellate progettato dalla Feronia srl definisce “assurdo aver preso in considerazione questo sito. Un’area verde a pochissima distanza da ben tre centri abitati: Barchi, Orciano e Mondavio, con l’istituto comprensivo ‘Giò Pomodoro’, due asili nido e diversi plessi scolastici. Senza dimenticare la presenza, nelle vicinanze, di vere eccellenze dell’agroalimentare e vitivinicole quali Fiorini e Terracruda, oltre che di strutture ricettive che hanno nel contesto ambientale il loro punto di forza”.
Il consigliere di Italia Viva incalza: “Si parla tanto di rivitalizzare i centri dell’entroterra, di un modello di sviluppo sostenibile, di piste ciclabili, aziende bio, turismo e poi si progetta un simile impianto proprio in queste aree”.
Le questioni sollevate da Talè sono tante: “Diversi studi sugli impianti di digestione anaerobica dimostrano l’insorgenza di problemi relativi allo smaltimento dell’azoto e poi c’è l’aspetto del trasporto dei rifiuti e anche del gas che ne viene ricavato. Come si può solo ipotizzare la creazione di un impianto a servizio di tutta la provincia nel cuore dell’entroterra, in mezzo a tre paesi che insieme fanno un cinquantesimo della popolazione totale? Ve lo immaginate il traffico di mezzi pesanti per conferire 40mila tonnellate di immondizia maleodorante nel digestore? Camion che transiterebbero dentro ai centri abitati, su strade strette e inadeguate. E poi – aggiunge il consigliere -, vista la distanza da una rete di raccolta del gas, si pensa forse di utilizzare dei carri bombolai?”
L’esponente di Italia Viva boccia anche la gestione privata di un simile impianto: “Si tratta di un servizio delicato, che porta con sé molteplici rischi. Il trattamento dei rifiuti, in questo caso organici e assimilabili, dev’essere fatto dall’amministrazione pubblica o da aziende partecipate, perché prima di essere un investimento e un ‘business’ si tratta di un servizio alla cittadinanza”. “Per altro – conclude Federico Talè –, quello di Barchi e dei paesi attorno è un territorio che ha già sofferto di pessima gestione in tema ambientale. Mi riferisco al traffico di sostanze tossiche industriali provenienti dal nord sotterrate illegalmente nella discarica di Cà Rafaneto portato in luce dall’operazione ‘Arcobaleno’ dei carabinieri del Noe nel 2007 e, negli anni precedenti, alla vicenda Agroter tra Mondavio e Fratte Rosa, con l’azienda di stoccaggio e recupero di organico finita sotto sequestro e le amministrazioni pubbliche costrette a pagare coi soldi dei cittadini per l’emergenza incendi e lo smaltimento del percolato. Ripeto, no e poi no al digestore a Barchi; sono ben altri i modi per valorizzare le nostre colline”.