

Fano (PU) – Interveniamo su Casellino ed Interquartieri visto il diba4to in ci6à nel recente passato. Come prima cosa, come spesso accede, dobbiamo rilevare che interventi di questo genere interessano la pianificazione del territorio comunale, e non solo, nella sua interezza e non vanno presi singolarmente. Il ritardo di un nuovo strumento di pianificazione cittadina (PRG) si manifesta ogni giorno nella sua gravità: anche questo da noi più volte messo in luce.
Entrando nel merito della questione guardandola, appunto, il più possibile nella sua complessità occorre
subito precisare che il binomio casello autostradale e interquartieri risulta errato, può sicuramente far parte di una pianificazione territoriale ma con funzioni nettamente distinte. Intanto la strada interquartieri, lo dice la parola stessa, ha la funzione di collegare varie parti della città e di garantire una viabilità sicura e proporzionale alle varie necessità. La realizzazione di de6a strada sconta un ritardo decennale. Già nel dibattio del PRG Carnaroli si avvertiva un eccessivo inurbamento nella zona di Gimarra senza l’adeguata viabilità e le nuove lo4zzazione dovevano essere condizionate alla realizzazione di un nuovo ponte e nuova strada.
Con le amministrazioni successive l’immobilismo assoluto.
Se fotografiamo la situazione di un importante quar2ere quale è la Gimarra oggi, vediamo che, seppur con un ritardo dovuto alle varie situazioni economiche che si sono susseguite negli anni, il processo di costruzione edilizio è andato avanti manifestando sempre più l’inadeguatezza del collegamento viario con il centrocittà assicurato dalla sola statale Adriatica. Un problema al ponte dell’Arzilla isolerebbe Fano Nord dal resto della città. Da qui la “liaison” con autostrada e nuovo casello quale alternativa. Ribadiamo che interquartieri è viabilità urbana mentre autostrada è interurbana quindi interessa il collegamento fra due città: sono due cose nettamente diverse. Inoltre, tenendo conto di questa fondamentale differenza, ci vorrebbe coerenza anche nell’analisi dell’impatto ambientale fra le due alternative. Se si difende a prescindere un paesaggio è chiaro che entrambe non possono essere realizzate senza pagare un prezzo.
Certo è che l’impatto maggiore l’avrebbe l’arteria extraurbana se andasse ad impa6are su un territorio
“vergine” mentre quella urbana insiste già su zone antropiche quindi territorio già “consumato”. Sempre
fermo restando che le due strade sono nettamente dis2nte nella loro funzione, un secondo casello
autostradale a Fano non sembra necessario visto il buon posizionamento dell’a6uale, cosa che non si può
dire per Pesaro che certo avrebbe bisogno di un accesso a Sud molto più di un punto autostradale Nord per Fano. Anche questo è un tema di pianificazione territoriale che andrebbe affrontato (prima era la Provincia l’ente proposto) e la sua mancanza si fa sentire. Comunque non è un problema della sola ci6à di Fano e non dobbiamo subirlo.
Probabilmente a livello provinciale si è mancata proprio l’opportunità offerta delle opere
compensative della terza corsia per collegare Fano-Pesaro: una complanare sarebbe stata la soluzione
migliore. Strada pubblica e gratuita per i cittadini, creata in un territorio già “compromesso” pertanto con un impatto paesaggistico già scontato. Questo non si è fatto per incapacità degli interpreti del periodo ed oggi siamo a pagarne le conseguenze. Certo che leggere che un’associazione ambientalista incoraggia la realizzazione del casello sulle stesse posizioni di Seri e Aguzzi (alcuni degli interpreti di cui sopra) fa veramente trasalire.
Sinistra PER Fano
Teodosio Auspici