
Omicidio di Ismaele: gli assassini prima lo hanno sgozzato e poi hanno fatto il bagno nel fiume
- 22 Luglio 2015
Pesaro (PU) – Non è ancora stato trovato il coltello con una lama di circa 10 centimetri con cui Ismaele Lulli, 17enne di Sant’Angelo in Vado, è stato sgozzato lunedì pomeriggio ma le prime confessioni di Marjo Mema, 19enne, di Urbania, fatte ieri dopo ore e ore a colloquio con i carabinieri, stanno fornendo ulteriori particolari all’omicidio del giovane.
I carabinieri guidati dal colonnello Antonio Sommese li hanno raccontati questa mattina durante una conferenza stampa, mentre i due fermati Igli Meta, 20 anni, e Marjo Mema, 19 anni, entrambi nati in Albania ma residenti, con le loro famiglie perfettamente integrate, da anni a Urbania, si trovano ora in stato di fermo nel carcere di Villa Fastiggi.
Collaborativo e dall’atteggiamento più dimesso Marjo Mema, diplomato geometra, più distaccato e a tratti strafottente quello di Igli Mema, che sta frequentando un corso di aggiornamento al Job che, ad oggi, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Sembra confermato il movente del delitto passionale.
E’ stata la gelosia per la sua fidanzata 19enne, origini macedoni residente a Sant’Angelo in Vado, a far scattare in Igli Meta una follia omicida. Gelosia che pare non abbia alcun fondamento. Ismaele aveva infatti una fidanzata 19enne e non avrebbe avuto alcuna relazione con la ragazza di Meta.
Il delitto è stato compiuto nell’arco di 45 minuti tra le 14 e le 15.30-16 di domenica pomeriggio. Le indagini che i carabinieri hanno svolto analizzando tabulati telefonici, i social network a cui era iscritto, sentendo le testimonianze di amici e parenti e visitando i luoghi che frequentava Ismaele (facilmente circoscritti, il 17enne si muoveva con mezzi pubblici poiché non aveva motorino o bici) insieme alle prime dichiarazioni, fondamentali, di Marjo Mema, hanno permesso ai militari di ricostruire parte di quel pomeriggio.
I due albanesi si sono incontrati alla stazione delle corriere, probabilmente con l’intento di fargliela pagare. Hanno incontrato Ismaele, forse in quel luogo o forse in un altro, e lo hanno invitato ad andare al fiume a fare il bagno. Il ragazzo è salito nella Opel Corsa grigia di Igli senza fare resistenza.
“E’ un giovane che non aveva colpe se non quella di essere uno a cui piaceva conoscere altre persone” ha detto il colonnello Sommese nel sottolineare che forse il messaggio inviato ai familiari “Cambio vita, non cercatemi, vado a Milano” lo hanno scritto i due albanesi (anche se l’orario non esclude sia stato Ismaele).
Da lì l’auto si è diretta a San Martino in Selva Nera. I giovani sono scesi dall’auto, a piedi hanno costeggiato la chiesa e si sono diretti verso uno spiazzo circondato da cipressi che ha al centro una grande croce e che dista pochi metri da un dirupo.
Un luogo non casuale. Qui, al “poggio”, le coppie si ritrovano per cercare un po’ d’intimità. E qui, Igli pensava che Ismaele e la sua ragazza si fossero incontrati.
Come raccontato dalle prime dichiarazioni di Marjo, che ha detto di aver assistito passivamente a quanto stava accadendo, Ismaele forse è stato fatto prima inginocchiare e poi sedere sul basamento della croce. Poi è stato colpito con un calcio alla testa. Con i riflessi più lenti a Ismaele sono state legate le braccia al busto, con approssimazione, con del nastro adesivo. Posizionato dietro di lui, come sembrerebbe dai pochi schizzi di sangue trovati sulla maglietta del presunto omicida, Iglid ha afferrato il coltello e ha tagliato la gola a Ismaele. La ferita, che ha tranciato la carotide, è stata letale per il 17enne. Ismaele è stato poi trascinato per qualche metro fino al dirupo dove dopo qualche ora un residente lo ha trovato.
A quel punto i due albanesi mettono abiti, una scarpa di Ismaele, il nastro adesivo, due bottigliette d’acqua, una bottiglia di solvente, le scarpe di Igli, e una di Ismaele, in un sacco nero. Igli si toglie gli abiti e si mette alla guida scalzo e solo con gli slip addosso. A metà strada tra Sestino e Borgo Pace, si liberano del sacco gettandolo da un ponte alto 15 metri (a ritrovarlo sono stati i vigili del fuoco che si sono calati, a doppia corda, dal ponte). I due fanno un’altra tappa per gettare un altro sacco che i carabinieri stanno cercando prima di raggiungere Parchiule e fare davvero quel bagno nel fiume che avevano annunciato e lavarsi le tracce di sangue da corpo e vestiti.
Iglid ha poi accompagnato Marjo ed è tornato a casa sua per prendere il passaporto, parecchie centinaia di euro e vestiti puliti. E’ ripartito in direzione di Bari, dove si sarebbe imbarcato verso l’Albania, tenendo il telefono acceso a intermittenza. Si è fermato a riposare in un’area di sosta a Montemarciano (AN). E’ stato a quel punto che i carabinieri, di notte, lo hanno trovato e portato in caserma.
I militari hanno invece fermato Marjo Mema a casa sua, anche lui era pronto a partire.
Le indagini proseguono ancora. Nelle prossime ore si avranno le risposte ai test tossicologici fatti sul corpo di Ismaele per verificare se sia stato o meno stordito con farmaci o altro prima dell’omicidio.
Domani pomeriggio, ore 17, i funerali del giovane.