

Tokyo – Massimo Stano è medaglia d’oro nella 20 km di marcia ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. All’Odori Park di Sapporo l’azzurro ha chiuso in 1h21’05 e ha preceduto sul traguardo i due giapponesi Koki Ikeda e Toshikazu Yamanishi. Quello del 29enne pugliese è il settimo oro dell’Italia ai Giochi giapponesi, per un totale di 33 medaglie conquistate dalla delegazione azzurra.
Massimo Stano, campione olimpico nella 20 km di marcia a Tokyo 2020, è nato a Grumo Appula, in provincia di Bari, il 27 febbraio 1992. È tesserato per le Fiamme Oro ed è allenato da Patrizio Parcesepe nel Centro sportivo di Castelporziano, sede delle Fiamme Gialle che lo ospitano grazie a un accordo interforze. Per l’Italia si tratta della terza medaglia d’oro nella 20 km di marcia, dopo quelle di Maurizio Damilano a Mosca 1980 e Ivano Brugnetti ad Atene 2004.
Stano si è avvicinato all’atletica nel 2003 praticando il mezzofondo, ma nel 2006 ha scelto la marcia sotto la guida di Giovanni Zaccheo anche sulla pista di Molfetta. Nel 2013 è stato quarto nella gara dei 20 km agli Europei under 23 di Tampere ma in seguito ha ricevuto il bronzo per la squalifica del russo Bogatyrev. Dall’ottobre di quell’anno si è trasferito a Sesto San Giovanni (Milano) per essere seguito dall’ex ventista azzurro Alessandro Gandellini. Una serie di infortuni, microfrattura alla tibia destra nella primavera del 2015 e a quella sinistra nel 2016, lo hanno convinto a entrare proprio nel gruppo di Parcesepe a Castelporziano. Nel marzo 2018 è tornato a vincere un titolo italiano sulla 20 km migliorandosi di oltre un minuto, quindi il terzo posto nei Mondiali a squadre con l’argento per team e la quarta piazza agli Europei di Berlino, a un solo secondo dal podio. Ha realizzato il primato italiano nel giugno 2019 con 1h17:45 a La Coruna. Nel 2021 dopo uno stop per una periostite è rientrato con l’ottavo posto agli Europei a squadre.
Programmatore informatico, vive a Ostia ed è sposato dal settembre 2016 con Fatima Lofti, originaria di Varese e figlia di due marocchini, anche lei con una carriera nella marcia. Per amore della moglie si è convertito all’Islam, hanno una bambina di pochi mesi che si chiama Sophie: a lei è dedicata l’esultanza con il pollice in bocca sul traguardo di Sapporo.