

Fano (PU) – Ieri, 27 agosto, anniversario della Liberazione di Fano, generalmente si ricordano, spesso con vuota retorica, solo i partigiani fanesi caduti, e non tutti i fanesi morti nella seconda guerra mondiale. Non a caso, fra quanti sono ricordati nelle titolazioni di vie e piazze fanesi, l’unico ricordato fra i morti della guerra che non sia un partigiano o un sacerdote (decidevano solo Dc e Pci) è il pilota Enzo Omiccioli, Medaglia d’Oro al Valor Miliare, morto in combattimento aereo nel 1941. Allora io voglio ricordare due “eroi” semi sconosciuti cui Fano ed altri debbono molto: Pier Carlo Borgogelli Ottaviani (foto) e Augusto Moreschini (foto).
Pier Carlo Borgogelli Ottaviani (Fano 1883-1952): storico e letterato, per venti anni assessore comunale, direttore onorario del Museo e della Biblioteca Federiciana. (La famiglia Borgogelli è originaria di Forlì ma secondo il conte Pier Carlo Borgogelli proveniva dalla Normandia e sarebbe giunta a Forlì dalla Francia nel 1288 e poi chiamata a Fano nel 1376 da Pandolfo Malatesta). Fra i Borgogelli, che ebbero 4 rami, i Borgogelli-Virgili di Urbino, i Borgogelli-Ottaviani ed i Borgogelli-Bambini di Fano e di Borgogelli-Avveduti di Fano e Roma, il più noto fu Michelangelo Borgogelli (1766-1841) ciambellano di corte del Granduca di Toscana dal 1819). Il conte Pier Carlo Borgogelli Sovrintendente al Museo-Pinacoteca di Fano, all’Archivio storico e alla Biblioteca Federiciana, durante gli anni della seconda guerra mondiale riuscì con passione, tenacia e coraggio a salvare, trasferendoli in luoghi sicuri, come il Seminario Pontificio Regionale (che godeva dell’extraterritorialità perché dello Stato Vaticano), i quadri della Pinacoteca e di molte chiese fanesi ed anche altri beni preziosi, come il sipario del Grandi che, grazie a Lui, ancora possiamo ammirare nel Teatro della Fortuna.
Non riuscì invece a salvare dalle mine naziste i campanili di Fano, nonostante il suo encomiabile prodigarsi assieme all’allora Vescovo Vincenzo Del Signore, pur essendo riuscito a strappare al comandante tedesco della piazza un documento che ne garantiva l’incolumità. Il conte Borgogelli-Ottaviani avrebbe anche rischiato la vita quando fu arrestato dalle SS ed incarcerato prima a Novilara e poi in Romagna. Fano gli dovette ancora qualcosa quando nel 1948 “protesse” da possibili danneggiamenti o sparizioni preziosi reperti venuti alla luce durante gli scavi in Episcopio.
Augusto Moreschini(Senigallia 1911-Roma 1998). Anche se ci tornava quasi sempre durante l’estate per il grande amore che le portava, il professor Moreschini fu a Fano solo per due anni, dal 1940 al 1942, come direttore della Biblioteca Federiciana. Per il patrimonio librario della nostra città fece quanto aveva fatto il conte Borgogelli-Ottaviani per quello artistico: mise in salvo dalle distruzioni della guerra e dai saccheggi, all’eremo di Monte Giove e nel Seminario Pontificio Regionale, centinaia d’antichi libri ed anche la biblioteca della caserma “Paolini” prima del saccheggio dell’8 settembre che spogliò l’edificio anche degli infissi. Ma Moreschini salvò qualcosa di ancor più prezioso dei libri, salvò vite umane. Si era inventato un fantomatico “Ufficio di Collegamento italo-tedesco” grazie al quale otteneva dal comandante di piazza tedesco dei salvacondotti con i quali riuscì a mettere in salvo diverse persone, fra le quali anche alcuni ebrei di Fano, Pesaro, Senigallia ed Ancona.
Uno “Schindler” dimenticato. Nel 1997 Moreschini creò nella natia Senigallia una Fondazione in favore di chi, pur dotato di innati talenti, dovesse comunque affrontare disagi e difficoltà per coltivarli, esprimerli e metterli a frutto. Parafrasando quanto scrisse Churchill per i piloti della Raf, si potrebbe dire che mai Fano dovette tanto a così pochi. Oggi che l’incuria e la disattenzione degli uomini lasciano andar in rovina beni tramandatici da generazioni e generazioni, i nomi di Pier Carlo Borgogelli e Cesare Augusto Moreschini dovrebbero andare a sostituire, a perpetuo ricordo e monito, gli “ex” che ancora identificano tanti luoghi di Fano.