

Fano (PU) – Come si fa a combattere lo stereotipo che le bocce sono uno “sport per vecchi”? Facendo giocare a bocce i ragazzi direttamente in classe nelle ore di scuola. E’ quello che dal mese di ottobre accade all’istituto comprensivo Matteo Nuti di Fano che ha aderito, insieme all’Asd Bocciofila San Cristoforo, a “Bocciando s’impara”, progetto ideato nel 2020 dalla Federazione Italiana Bocce e avallato da Coni e Miur, che ha come mission principale quella di avvicinare giovani e giovanissimi allo sport delle bocce, cercando di far scivolare via l’onta che, da sempre, etichetta questa disciplina ad una fascia d’età medio alta.
Per tutto il mese di ottobre, le 9 classi prime della Nuti (circa 180 ragazzi), sostituiranno le ore di educazione fisica con delle lezioni teoriche e pratiche di bocce, da svolgersi sia a scuola che direttamente in bocciofila, questo insieme ad istruttori qualificati della Fib e ai tecnici della bocciofila San Cristoforo che ormai da anni si spende per la promozione giovanile, come dimostra il successo di categoria ottenuto nel 2020 e la recente convocazione in nazionale del 18enne Riccardo Campanelli.
“Attraverso dei giochi propedeutici – spiega Simone Marini, istruttore Fib di terzo livello e collaboratore della bocciofila San Cristoforo – i ragazzi provano i due classici ‘tiri’ delle bocce, ovvero l’accosto e la bocciata utilizzando materiale apposito come bocce in cuoio e neoprene, box e tappeti. Il tutto, ovviamente, ha un approccio ludico, per far divertire, incuriosire e appassionare i giovani al nostro amato sport”.
Il progetto ha già attecchito molto nell’entroterra, ora l’obiettivo è quello di far presa anche sui ragazzi fanesi cercando di far comprendere loro che per arrivare a certi livelli nello sport, servono impegno, allenamento, preparazione fisica e dedizione, bocce comprese.
“Il nostro intento – spiega Giovanni Iacucci, direttore sportivo della bocciofila San Cristoforo e coordinatore per Fano del progetto – è quello di evitare un ‘no’ a priori. Non abbiamo la pretesa che dei 180 ragazzi tutti diventino giocatori di bocce ma a tutti vogliamo dare gli elementi per decidere, sfatando questo falso mito che le bocce sono uno sport per chi è a ‘fine carriera”.
E chi meglio della scuola può fare questo, ovvero dare la possibilità ad un ragazzo di scegliere autonomamente che strada prendere: “Vorrei rivolgere un ringraziamento al presidente della bocciofila San Cristoforo Paolo Marchionni – afferma la professoressa Maria Carla Fabbri, referente dell’iniziativa per l’I.C. Nuti – che, attraverso il progetto, mi ha permesso di conoscere lo sport delle bocce. Noi insegnanti di educazione fisica cerchiamo di far conoscere ai nostri studenti un po’ tutte le realtà sportive del territorio affinché ognuno trovi un proprio indirizzo sportivo. Personalmente trovo che il progetto giovani e bocce sia per i ragazzi un progetto molto entusiasmante soprattutto molto inclusivo poiché riesce a far emergere le abilità personali di ciascun ragazzo”.
“Bocciando s’impara” sarà ripetuto anche a novembre con l’istituto Padalino e la collaborazione della bocciofila La Combattente.
Bocciando s’impara
Bocciando s’impara