

Fano (PU) – Da generazioni Claudio Pacifici appartiene ad una famiglia di orafi e gioiellieri. Con tanta passione e professionalità sta continuando in questa tradizione dirigendo a Fano un prestigioso negozio di gioielleria. Claudio, disegna, crea accessori di moda come borse, anelli, collane, bracciali, ecc. La sua “arte” è stata pubblicata anche su riviste di prestigio come Vogue Itala. Ma Pacifici è conosciuto e apprezzato anche per la sua grande passione per la recitazione e la scrittura. Insomma un arista a 360° che ci racconta un po’ di sé.
Chi era Pacifici da piccolo e chi è oggi? Ci puoi parlare di te e del tuo percorso di vita?
Essendo figlio di commercianti, diciamo gioiellieri di quarta/quinta generazione, l’attenzione era tutta rivolta al lavoro. Oggi sono il prodotto della mia infanzia, impegnato in un lavoro che forse liberamente non avrei mai scelto, perché la cosa che avrei preferito in assoluto era fare l’attore. Studiare in una famosa Accademia e poi percorrere quella strada.
Così per ben 55 anni (tra un mese) ho condotto questa attività con grande soddisfazione e consensi, non solo dalla mia città che ringrazio con tutto il cuore, ma in gran parte di Italia dove i miei gioielli riscuotono un grande successo, perché fuori dal comune senso del gioiello “normale” ma dove la creatività porta questo gioiello ad essere unico ed irresistibile, (come dicono alcune mie clienti francesi). Ma non crediate che seppur costretto a fare questo lavoro, e spinto a farlo al top, io abbia abbandonato ciò che per me sarebbe stata la mia vera vita. Il teatro!! Passione che non ho mai abbandonato e che ancora oggi (a parte il dialetto che ho volutamente accantonato) continua a darmi tante soddisfazioni.
Una tua creazione, una collana, un anello, una borsa perché sono arte?
Penso che queste cose che hai elencato diventano arte quando nascono da una profonda ispirazione interna, magari sofferta, che non si rifà a niente e nessuno, quando la tua mente partorisce un oggetto unico è diverso. Dove puoi unire forme e materiali diversi, alternativi che messi insieme suonano una melodia fantastica e profonda.
Se indossiamo un anello a cosa diciamo di sì?
Ecco tutto torna. Quando indossiamo un anello devo pensare a come è stato disegnato, creato, prodotto Quando io progetto un anello nella mia testa gira un solo pensiero. Unione. L’anello è un oggetto che unisce, che lega, che sta nella tua mano, mano che tocca che accarezza, che giura che unisce che ferisce ecc. ecc. Gli altri gioielli sono statici, l’anello si muove continuamente. È il compagno più fedele ed intimo nella tua vita. Non dimentichiamo che è quasi sempre, anzi no sempre, un pegno d’amore. Sì sempre. Perché anche se te lo compri da solo, ti fai un regalo, perché ti ami. E quindi per risponderti, mi pare chiaro. Diciamo di sì ad un senso di amore, di appartenenza diciamo anche di Fede!
L’arte della bellezza come e perché la trasporti nella recitazione, la tua passione?
Bella domanda. La prima cosa che mi viene da rispondere è che per me è normale portare la bellezza nella recitazione, vero, mia grande e forse unica passione, perché per me la bellezza deve essere ovunque, dappertutto in ogni cosa che facciamo è che viviamo. È l’elemento fondamentale della nostra esistenza e deve rivestire la nostra vita. Io non posso vivere senza, quindi forse istintivamente me la porto dietro ovunque o cerco di ricrearla come posso e dove sento che ne manca un po’. E’ chiaro che non parlo solo di bellezza esteriore, estetica, ma parlo di quella bellezza che non si tocca, profonda, che affiora solo quando parlando ti escono suoni dolci che toccano a chi le possiede, le corde di una grande sensibilità che racchiude in se ciò che chiamiamo bellezza.
di Giuseppe Frassinelli