Fossombrone (PU) – Quello della fusione tra Comuni è l’argomento del momento. Ci sono casi, come Pesaro-Mombaroccio o Urbino-Tavoleto, già avviati ed altri, invece, di cui si sta discutendo da tempo (Montemaggiore, Saltara, Cartoceto e Serrungarina). Fossombrone, al momento, non sembra essere interessato da una possibile fusione ma non per questo non se ne discute. La lista Fossombrone in Movimento interviene infatti nel dibattitto anche in considerazione che nella prossima primavere ci saranno le elezioni comunali e quello delle fusioni potrebbe diventare un argomento oggetto di discussioni. “Di certo è che le unioni e le fusioni saranno, in futuro, senz’altro in aumento. La sburocratizzazione e la semplificazione della macchina amministrativa e della pubblica amministrazione, impone la riduzione dei costi e, soprattutto, pur salvaguardando le origini e le tradizioni, comuni di minori dimensioni demografiche (500/1.000/2.000 abitanti) non hanno più ragione di esistere. Certamente le fusioni fatte con criterio porteranno innegabili vantaggi sebbene ad oggi si possa ragionare su risparmi teorici e derivanti da ipotesi di accorpamento”.
La posizione di Fossombrone in Movimento, anche in previsione di un futuro non molto lontano, vede di buon occhio le fusioni fra comuni omogenei con tratti di storia comuni, che possano davvero portare vantaggi e benefici ai cittadini, mentre ha molti dubbi sulle fusioni per incorporazioni fra comuni disomogenei dove, inevitabilmente fondere un comune piccolo di 2/3.000 abitanti con un comune più grande di 96.000 abitanti, porterà solo all’annientamento delle radici dei primi, rendendoli semplicemente delle piccole periferie urbane e senza identità. “Riteniamo che in tali processi amministrativi, i cittadini debbano esserne coinvolti direttamente mediante dei referendum consultivi e prima dell’avvio dell’iter burocratico. A nostro parere, le fusioni per incorporazione come quelle di cui sta discutendo in questi giorni nella nostra provincia, hanno solo un fine economico per accedere, sempre che sia previsto per le incorporazioni, allo sblocco del patto di stabilità e mettere mano sul gruzzoletto. Noi non siamo in via pregiudiziale ed aprioristica contrari alla fusione tra comuni, ma è imprescindibile che tali azioni debbano essere valutate caso per caso e sempre nel rispetto del volere dei cittadini, perché non si può e non si deve dimenticare che anche l’identità territoriale è un valore da difendere e non da svendere. Di certo, avendo le dovute risorse e se impostata con criterio e logica, la fusione può essere un’ottima opportunità di sviluppo per tutti gli enti interessati”.