

Pesaro – “Prendere in giro i cittadini con promesse irrealizzabili è il modo migliore per far perdere la fiducia nella politica e nelle istituzioni”. Il Vicepresidente del Consiglio regionale, Andrea Biancani (Pd), interviene nuovamente sul tema del ripristino della ferrovia Fano-Urbino, dopo le tesi sostenute in occasione del convegno “Le Marche sui binari giusti”, promosso dalla Regione lo scorso 5 maggio.
“Durante quell’incontro a Urbino – sostiene Biancani – si è addirittura parlato di ripristino di una ferrovia commerciale, di una ferrovia a esercizio quotidiano. Non si può continuare a raccontare le favole ai cittadini in questo modo, a tutto c’è un limite. Sono 36 anni che i politici, di tutti i colori, e ora anche gli attuali amministratori regionali, continuano a promettere la riattivazione della ferrovia Fano-Urbino. La cosa che mi stupisce è che la sala era piena di persone con ruoli di responsabilità in vari settori, che conoscono tutta la vicenda e che, dopo oltre tre decenni di continue promesse, avrebbero potuto chiedere notizie e aggiornamenti concreti su progetti, risorse, tempi di realizzazione, o magari sullo studio di fattibilità. Questo studio è costato al Ministero 1 milione di euro, al quale si è aggiunto un ulteriore investimento della Regione di 350mila euro per chiedere a Rfi una verifica sul ripristino del traffico commerciale, oltre che di quello turistico. Dopo 4 anni, i risultati non sono stati ancora resi pubblici. Perché non è stato presentato al convegno di Urbino?”.
“La linea ferroviaria è chiusa dal 1987 – ricorda Biancani – e pensare di ripristinare il treno nello stesso tracciato, che oggi attraversa Fano, attraversa nuovi centri abitati, tutte le località, tutte le frazioni, tutti i borghi cresciuti negli ultimi trent’anni, è una follia. Si contano almeno 97 intersezioni stradali, di cui oltre 50 con strade pubbliche. Dovrebbero essere previsti passi carrabili, ponti, sottopassi, per un’infrastruttura che costerebbe centinaia e centinaia di milioni di euro, e non arriverebbe neppure ad Urbino, ma 3 chilometri più in basso. Io non sono contrario al treno, anzi, è un mezzo che utilizzo il più possibile e negli ultimi otto anni sono diventato un pendolare che viaggia tutte le settimane in treno tra Pesaro e Ancona, ma non mi piace illudere le persone con progetti impossibili. Se vogliamo davvero costruire una ferrovia per collegare l’entroterra ad Urbino, non può essere utilizzato il vecchio tracciato, occorre un tracciato nuovo, magari parallelo alla Fano-Grosseto, che non interferisca con strade o aree abitate”.
“Personalmente continuerò a battermi per realizzare una infrastruttura della sostenibilità che, oltre a un percorso ciclo-pedonale accanto ai binari, includa anche un mezzo a basso impatto ambientale, anche elettrico (ad esempio una metropolitana di superficie), che possa trasportare residenti, studenti e turisti, collegando Fano ad Urbino, fino al parcheggio di Mercatale. E magari in futuro, dopo Fossombrone, la pista ciclabile può deviare all’altezza delle Marmitte dei Giganti per sbucare verso la cava di Sant’Anna, dentro il Furlo. Perché un altro mio grande sogno sarebbe proprio quello di costruire, come è avvenuto sul Lago di Garda, una pista ciclabile a sbalzo sull’acqua lungo la Gola del Furlo. Sarebbe un’attrazione turistica straordinaria a livello nazionale e internazionale, volano per nuove strutture ricettive, attività di noleggio bici, enogastronomia, eccetera. Ma di fronte alla miopia di certi politici, tutto questo sembra lontano anni luce. Meglio continuare a raccontare favole, con il risultato che questa tratta abbandonata a sé stessa continua ad essere invasa dalla vegetazione, abitata da animali, da topi, per la disperazione dei residenti che devono continuare a camminare in mezzo al traffico e in mezzo alle auto, quando avrebbero potuto già disporre di una via alternativa pedonale e ciclabile, in grado di migliorare la vita non solo dei fanesi, ma degli abitanti di tutte le frazioni tra Fano e Urbino”.