

Fano (PU) – Aset ha chiuso il bilancio consuntivo con un utile netto di 4 milioni e 400mila euro. Questo dato è sicuramente il segnale della gestione oculata dell’azienda anche se c’è chi storce il naso per le riduzioni di tariffe che non sembrano previste.
“Viviamo in un territorio – scrivono Fausto Artibani e Giovanni Giovannelli di Cisl Fano – dove il morso della crisi produce ancora i suoi effetti devastanti. Un territorio dove migliaia di persone fanno fatica ad arrivare a fine mese e per pagare le bollette devono rinunciare alle necessità più impellenti per sé e per la propria famiglia. Da qualche anno a questa parte Aset mette a disposizione delle risorse finanziarie per la riduzione delle tariffe per quelle situazioni di povertà assoluta. Bene, noi crediamo sia necessario proseguire su questo percorso già tracciato, aumentando le risorse destinate a tale scopo e rendendo stabile questa scelta, applicando principi di equità e avendo la capacità di dare risposte concrete ad una sempre più alta fascia di cittadini in difficoltà. Per quanto riguarda il Comune di Fano, questo tema è compreso nel protocollo sottoscritto nel mese di maggio 2018 tra le organizzazioni sindacali e l’amministrazione comunale. Sarà nostracura attivare al più presto un confronto con l’Assessorato al bilancio per definire questo impegno perché per noi resta incomprensibile come il tema riguardante la riduzione delle tariffe sia escluso tout court”.
Se da un lato Cisl tende la mano ad Aset e Comune per studiare insieme strategie comuni, dall’altro il Movimento Radical Socialista è più duro: “Non si toccano le tariffe – si legge in una nota – perché bisogna investire sul digestore anaerobico, ma questo nuovo impianto ci farà davvero risparmiare? Spendiamo tanto per inviare i rifiuti organici in Romagna è vero, e sarebbe quindi auspicabile risparmiare smaltendoli in loco ma basterebbe un impianto di dimensioni ridotte (provinciali), parliamo un paio di ettari mentre le voci di una trattativa avviata da Aset spa per un digestore anaerobico in località Falcineto parlano di dimensioni decisamente superiori in cui confluirebbero i rifiuti di mezza Italia. Falcineto è un’area agricola e ad occhio non ci pare un sito idoneo. Ma a parte questo, le dimensioni del digestore non rappresentano un dettaglio. Un impianto destinato ad accogliere rifiuti dalle regioni limitrofe, oltre questioni legate a sviluppo odori, insetti molesti, rumore, impatto visivo ecc., crea problemi di viabilità non indifferenti. Di certo – conclude la nota – c’è ancora molto da chiarire”.