

Fano (PU)- Davide Rossi, ex vice presidente della Provincia ed assessore a Fano, in vista della prossima tornata elettorale sottolinea come la politica debba condividere con i cittadini le scelte strategiche. Di seguito il suo intervento.
“L’elettorato, specie quando è chiamato ad esprimersi a livello locale, segnala (con l’astensione) che non ci sta più ad essere irrilevante. Il modello della sola democrazia rappresentativa non è più attraente né credibile. Il rito che prevede la partecipazione al voto ogni cinque anni per eleggere sindaci o presidenti di regione e relativi assessori non regge più alla modernità. Non è più, da solo, sufficiente. La maggior parte dei cittadini ha oggi le competenze per valutare, a livello comunale e regionale, se un singolo progetto portato avanti dalle amministrazioni è sensato, vale la spesa, migliorerà la propria qualità di vita o se ci possono essere alternative migliori. Non ci sta più la delega in bianco alle elezioni e poi ci si rivede fra cinque anni, il più delle volte pentiti e delusi dalla scelta di allora. Alzi la mano, alla luce dei risultati raggiunti, chi ridarebbe il voto all’amministrazione Seri. Eppure indietro non si può tornare. E’ sempre più inaccettabile restare per anni succubi delle decisioni unilaterali assunte da chi amministra, con al massimo la possibilità di costituire un frustrante comitato. Se è così, meglio non prestarsi neppure alla stanca manfrina elettorale. L’astensione è destinata a crescere e la rappresentanza democratica sta andando in crisi profonda”.
“La tecnologia consente oggi ai cittadini di interagire con gli amministratori pubblici in corso di mandato, diventando così co-decisori e non passivi recettori di decisioni, spesso prese a capocchia da politici privi di qualità. In altre parti del mondo questo avviene da tempo con ottimi risultati in termini di efficienza e credibilità per le amministrazioni. Certo, si tratta per il politico di accettare di spogliarsi, almeno in parte, del suo potere, di accettare di condividerlo. Di qui le enormi resistenze. Durante il mio mandato da assessore provinciale alla cultura ho condotto un esperimento riuscito in tal senso. Ho messo a disposizione dei cittadini una parte del bilancio dell’assessorato. Le associazioni potevano presentare progetti culturali, su cui non decideva l’assessore l’eventuale finanziamento ma gli stessi cittadini. Con il voto attraverso una apposita piattaforma informatica o utilizzando dei coupon grazie ad una partnership con Il Resto del Carlino. Hanno partecipato migliaia di persone, che si sono sentite protagoniste. Perché non fare lo stesso almeno per i progetti più rilevanti riguardanti i lavori pubblici, la viabilità, i servizi sociali? Gli strumenti ci sono: dal referendum consultivo già previsto dallo Statuto del comune di Fano, ad iniziative di consultazione pubblica periodica, sia in presenza con workshop dove vengono disegnati scenari su cui i cittadini sono chiamati ad esprimersi, sia attraverso l’utilizzo di mezzi tecnologici come piattaforme per le petizioni online. Questo tipo di politiche hanno fatto il successo di città-Stato come Singapore e la Svizzera. Le quali sono sempre in testa a tutte le classifiche di efficienza e gradimento dei servizi da parte dei cittadini”.
“A Fano il prossimo anno si vota. C’è qualche forza politica, già presente sulla scena o nuova, che è interessata al tema? Che ha il coraggio e la lungimiranza di mettere in circolo queste nuove, potenti energie? O dovremo assistere alle solite liturgie che non appassionano più nessuno, se non i diretti interessati?”.