

Roma – In Sardegna il fine vita è legge, seconda regione d’Italia a raggiungere il risultato dopo la Toscana. La norma voluta dal centrosinistra per il suicidio medicalmente assistito- provvedimento che ricalca quello nazionale proposto dall’associazione Luca Coscioni- è stata approvata questa mattina dal Consiglio regionale isolano, dopo un dibattito lampo. Legge passata con i soli voti della maggioranza, e il “no” deciso del centrodestra, con qualche eccezione che riguarda entrambi gli schieramenti: tra le fila di Forza Italia si è espresso positivamente Gianni Chessa, mentre nel centrosinistra ha confermato la sua contrarietà Lorenzo Cozzolino, esponente di Orizzonte Comune.
Fronte campo largo, ha deciso di astenersi Giuseppe Frau, consigliere regionale di Uniti per Todde, e vice presidente dell’assemblea: “Il mio è un voto sofferente di chi non ha maturato ancora una posizione chiara, ma che oggi è qui con voi, non scappa, è qui a svolgere il suo mandato, il suo ruolo istituzionale, ad ascoltarvi e condividere il mio stato d’animo e il mio pensiero”. E ancora: “Sono assolutamente convinto che sia urgente e necessaria una legge sul fine vita, non sono convinto che questa sia la migliore legge, o quella che vorrei. Riconosco il lavoro fatto in commissione Sanità e credo certamente questo possa, anzi, dev’essere uno stimolo a legiferare a livello nazionale, e a farlo nel migliore modo e nel più breve tempo possibile”.
Prima del voto ha rimarcato Roberto Deriu, capogruppo del Pd e primo firmatario del provvedimento: “Abbiamo fatto questa legge per carità. Cosa vuol dire carità? Se uno prende Cicerone, ‘caritas’ vuol dire amore. Noi lo facciamo dunque per amore delle persone che sono arrivate al limite dell’agonia, lo facciamo immaginando quelle persone come se fossimo noi stessi”.
Sponda centrodestra, durissime le parole del vicecapogruppo di Fdi, Fausto Piga: “Questo non è il modo di legiferare, ma è sciacallaggio politico. Oggi il tema non è essere d’accordo o meno sul suicidio medicalmente assistito, il vero tema è che state continuando a perdere tempo, a lavorare in modo disordinato. Costringendo il Consiglio regionale ad approvare leggi inutili, incostituzionali già ancora prima di essere approvate”.
Toni più morbidi dal capogruppo dei Riformatori, Umberto Ticca: “Abbiamo una posizione contraria a questa legge, ma rispettiamo le posizioni e le motivazioni che hanno portato questa maggioranza a portarla avanti. Siamo contrari perché abbiamo una sensibilità diversa su questo tema, e soprattutto perché crediamo che sul fine vita fosse necessario aspettare l’intervento del legislatore nazionale: questa legge sicuramente verrà impugnata, e probabilmente verrà cassata”. Per Ticca “è necessaria una legge unitaria su tutto il territorio nazionale, invece di provare a dare delle risposte che dureranno poco”.