

Roma – Non è un’amichevole, e non è il 2004. L’Italia ritorna al futuro, e alla dura realtà: in semifinale ai Mondiali ci vanno gli Stati Uniti. Finisce 100-63, come da preventivo, anzi peggio. La Nazionale di Pozzecco soccombe già nel secondo quarto, chiuso andando all’intervallo con un gravoso -22 sulle spalle. Il resto è mancia, per i successivi 20 minuti effettivi senza storia. Non c’è verso di scardinare i pronostici se all’applicazione degli schemi e alla costruzione dei tiri corrisponde a metà tempo un pessimo 2 su 19 da tre punti. Era quello il capitale, il bonus da giocarsi per provare a fare il miracolo. Invece il 24% al tiro è percentuale da partita senza speranza. Il controsenso, a dispetto di avversari ingiocabili, è tutto lì: una squadra costruita per segnare da tre che non segna da tre. Alla fine il referto urlerà 7 su 38. Con un contorno da 16 su 37 da due. Bollino nero. Soprattutto se di fronte, poi, i quintetti di Kerr ruotano a velocità vorticose, consumando secondi come l’ossigeno. Il conto sale, dal perimetro come sotto canestro, sono aggressivi e poco arginabili. Bridges chiude il primo tempo con 14 punti, Banchero con 4 e tanto lavoro sporco. Dilagheranno.
Gli azzurri non segnano per minuti lunghissimi. Ogni tentativo è una forzatura, davanti a muri invalicabili. Melli – una calamita accademica di sfondamenti – fa quel che può, poi soccombe pure lui. Fontecchio annusa l’aria dell’Nba troppo tardi (18 punti, per lui) Risultato: l’avvilimento consapevole. La ripresa non è una ripresa, ma una lenta agonia. Terzo quarto a -39, e poi la discesa verso la fine a quota 100. Gli americani tirano sciolti, danzano anche sul filo del mancato rispetto con le esultanze gratuite di Banchero. Avvistato persino Datome sbagliare in appoggio a tabellone: un inedito, a occhio. Pozzecco ripete ad ogni time-out che si può perdere ma senza crollare, perché “ce lo dobbiamo”. Visto che chiudere in bellezza non si può, almeno tenersi stretti la dignità e il bel ricordo di un Mondiale ai quarti. Da “imbucati” alla festa. Che quella la faranno, sorprese a parte, gli americani. Il basket mondiale è ancora cosa loro.
“Siamo dispiaciuti, ma siamo nelle prime 8 squadre al mondo. Nessuno ci credeva. La cosa che chiaramente dispiace è che arrivi primo nel girone e incontri gli Usa ai quarti. Lo avevo detto al sorteggio di un girone un po’ più agevole: qualificarsi al girone va bene, ma se vuoi andare avanti devi aver fortuna negli accoppiamenti. In teoria avremmo dovuto giocare con la Lituania. Speravo anche di battere gli Usa, ma hanno tirato col 50%. Questa squadra ha un presente e un futuro”. Così Gianmarco Pozzecco, alla Rai, ha commentato la sconfitta dell’Italia contro gli Usa ai Mondiali di basket.
“Gli Usa hanno giocato da Usa. Un’ottima partita, noi no. Per competere avremmo dovuto fare una partita straordinaria, invece abbiamo fatto un pelo meno del nostro solito. Il divario è impietoso, per il percorso fino ad ora. Ma ci vuole anche un pizzico di fortuna”. Così Nicolò Melli al termine di Italia-Usa, che ha sancito l’eliminazione degli azzurri ai quarti dei Mondiali di basket. “Sono fiero di far parte di questo gruppo – continua l’azzurro ai microfoni della Rai – Quando arrivi nelle prime otto sogni di più, ma adesso ci sono altre due partite da giocare per il pre-olimpico. Quando giochi un quarto di finale lo vuoi vincere, con chiunque, perché sai che poi ti vai a giocare una medaglia. Che siano gli Usa non rende la sconfitta meno amara. Anche sapendo che loro sono potenzialmente la squadra più forte al mondo. Abbiamo perso di nuovo ai quarti, non riusciamo a passare questo scoglio. Mi spiace solo per questo gruppo, non meritavamo di uscire così”.