

Roma – La “testa” del rogo sarebbe stata domata ma la situazione resta ancora estremamente difficile nell’area del massiccio delle Corbières, nel sud della Francia, dove un maxi incendio ha distrutto 13mila ettari di terreno, tra foreste, boscaglia e zone abitate. A dare una parziale, buona notizia è la Sécurité civile, la protezione civile francese, ma le fiamme continuano a tenere impegnati oltre 1.500 vigili del fuoco, 400 dei quali arrivati oggi. L’incendio è scoppiato ieri intorno alle 16 a partire dal comune di Ribaute dans l’Aude, nell’omonimo dipartimento dell’Aude. Ad alimentare le fiamme, la vegetazione secca tipica di questa stagione. Stamani, i soccorritori hanno scoperto il corpo senza vita di una donna di 65 anni nella sua abitazione, nella vicina frazione di Saint-Laurent-de-la-Cabrerisse, mentre nove persone risultano ferite – di cui una in modo grave – e una terza è dispersa. Quindici le località coinvolte, 25 le abitazioni e 35 i veicoli danneggiati finora. Per ragioni di sicurezza le autorità hanno chiuso al transito a partire dalla serata di ieri l’autostrada A9, che collega Montpellier verso Barcellona, nella vicina Spagna.
Come riferiscono i media francesi, nel pomeriggio è previsto l’arrivo del primo ministro François Bayrou per esprimere sostegno alle comunità colpite da un incendio che, secondo la ministra per la Transizione Ecologica, Agnès Pannier-Runacher, “equivale alla superficie totale bruciata in tutta la Francia nel 2024 e più del doppio della superficie del 2023”. Ieri, sul suo profilo X il presidente Emmanule Macron scriveva: “L’incendio nell’Aude prosegue. Tutte le risorse della nazione sono mobilitate”, aggiungendo che “In questa dura prova, tutti devono esercitare la massima cautela e rispettare le istruzioni delle autorità”.
“Qualche mese fa, nel villaggio non c’era una goccia d’acqua. Ora c’è il fuoco. È un vero disastro”. È la testimonianza che Deline Rendon, parrucchiera di Durban-Corbières ha reso alla testata francese Libération. La donna ha raccontato di aver dovuto lasciare la sua casa ieri sera “in fretta: alle 20:30, l’allarme è suonato a Durban. E in 15 minuti, le fiamme hanno attraversato la montagna e le abbiamo viste raggiungere il villaggio. Si sono sollevate oltre il fiume e sono andate dietro le case. In un batter d’occhio, hanno raggiunto la nostra casa. È pazzesco”. Liberation continua riferendo che gli sfollati di Durban-Corbières si sono recati a Tuchan, a una ventina di chilometri di distanza, dove la sala del comune è stata allestita per ospitare le brandine. A Durban, ha aggiunto Rendon, “è bruciato tutto”: un capannone agricolo ha preso fuoco ed è poi esploso, la vecchia stazione di polizia è stata “completamente bruciata” e diverse case “sono state devastate dalle fiamme”, e chi è rimasto nel paese “non ha elettricità né rete”.