

Roma – Lo stallo di Istanbul “è tragico, speravamo che potesse avviarsi un processo lento, ma positivo verso una soluzione pacifica del conflitto. Siamo di nuovo agli inizi”: a dirlo è il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin a margine di un evento, rispondendo alle domande sul mancato vertice tra i leader di Russia e Ucraina. Ma assicura l’impegno della Santa Sede per portare alla pace: “Adesso vedremo cosa fare ma la situazione è è molto difficile, drammatica”. Qualche idea c’è già: “Il Papa intende eventualmente mettere a disposizione il Vaticano, la Santa sede- ha infatti aggiunto- per un incontro diretto tra le due parti”.
Nel frattempo traspare che la Santa Sede lavori su più fronti per questo obiettivo, mantenendo una linea di dialogo con gli Stati uniti. Infatti non smentisce, ai cronisti che lo chiedono, che ci possa essere un faccia a faccia tra il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance e Papa Leone XIV, domenica 18 maggio, in occasione della messa di inizio pontificato. “Non lo so. Il problema è che ci sono tante delegazioni. I tempi sono molto stretti e quindi si tratterà di vedere se c’è spazio”, premette subito. Poi aggiunge. “Probabilmente il protocollo sta lavorando in questo senso, ma non ho notizie dell’ultima ora, immagino che Vance abbia il desiderio di incontrare il Papa”.
Quindi Parolin entra un po’ più nei dettagli sull’offerta fatta dal Papa di una mediazione per la pace in Ucraina: “In concreto- spiega il segretario di Stato- credo significhi mettere a disposizione la Santa Sede per un incontro tra le due parti, che le due parti si incontrino e perlomeno si parlino, quindi è più che altro una disponibilità di luogo. Noi siamo disponibili- conferma- La Santa Sede potrebbe essere un luogo molto indicato con tutte le discrezioni del caso”.
Si guarda anche al Medio Oriente, anche se “È diversa la situazione- puntualizza Parolin- noi siamo sempre disposti a facilitare, adesso questo aiuto può prendere forme diverse. Non è detto sia una mediazione in senso stretto, possono essere dei buoni uffici. Per Gaza non mi pare ci siano le condizioni per un incontro a livello di Santa Sede”.