
DIRE – Referendum senza quorum: affluenza appena sopra il 30%
- 9 Giugno 2025
Roma – Urne chiuse per la seconda giornata giornata di votazione per i cinque referendum abrogativi su cittadinanza e lavoro. I 61.591 seggi, in tutta Italia, sono ripartiti questa mattina alle 7 e sono stati chiusi alle 15. Si è votato anche nei 13 Comuni sopra i 15mila abitanti per i ballottaggi e nei 7 Comuni al primo turno in Sardegna. I dati relativi a 50.391 sezioni su 61.591 totali certificano che si è recato alle urne oltre il 30% degli elettori. Lo si apprende dal sito del Viminale, dove i numeri sull’affluenza relativi ai 5 quesiti referendari su lavoro e cittadinanza arrivano in tempo reale. Al centro della consultazione c’erano i quattro quesiti relativi alla disciplina del lavoro e uno sulla cittadinanza per stranieri residenti. Nonostante la portata dei temi, il traguardo del quorum – ovvero la partecipazione del 50% +1 degli aventi diritto – appare ancora distante.
I quattro quesiti referendari sul lavoro puntavano a modificare alcune delle norme chiave introdotte dal Jobs Act e da riforme successive: reintegro in caso di licenziamento illegittimo, maggiore indennizzo per chi lavora in piccole imprese, reintroduzione dell’obbligo di causale nei contratti a termine sotto i 12 mesi e responsabilità solidale negli appalti per gli incidenti sul lavoro. Il quinto quesito riguardava invece la riduzione da 10 a 5 anni del requisito di residenza legale in Italia per gli stranieri extracomunitari maggiorenni che vogliono richiedere la cittadinanza.
Per la prima volta, è stato introdotto il voto fuori sede per chi si trova lontano dal comune di residenza per studio, lavoro o motivi di salute, a condizione che fosse stata fatta richiesta entro le scadenze previste. Anche gli iscritti all’AIRE e gli italiani temporaneamente all’estero per almeno tre mesi hanno potuto partecipare, sempre previa richiesta.
LE REGIONI
Con oltre il 39% di affluenza, la Toscana è la prima Regione per il numero di cittadini che si sono recati alle urne per i cinque referendum. Al secondo posto, con il 38%, si attesta l’Emilia Romagna, quindi la Liguria e il Piemonte praticamente appaiate con il 34,5% circa. Subito sotto il podio le Marche (32,7%) seguite dall’Umbria (31,3%) e dalla Basilicata (31,1%). Quindi il Lazio (31%), la Lombardia (poco meno del 31%), l’Abruzzo (29, 8%), la Valle d’Aosta e la Campania (29,%), la Puglia (28,5%), Il Molise (27,8%), Il Fvg (27,5%), Sardegna (27%) e Veneto (26,3%). Maglia nera per Trentino Alto Adige con 22,5%, la Calabria e la Sicilia, appaiate al 22/23%.
LA MAGGIORANZA GONGOLA
“Alla luce dei numeri dell’affluenza, sarebbe troppo facile ora infierire verso coloro che, come Schlein, Bonelli e tanti altri, mistificando il senso delle mie parole, hanno invitato ad andare a votare non per la presunta bontà dei quesiti referendari ma semplicemente, se non per odio, quasi per far dispetto a me. In realtà, io non ho più fatto né cenni né parola di propaganda e, come promesso, sono andato al seggio addirittura già domenica mattina presto. Ma la loro volgare campagna di disistima o peggio di odio nei miei confronti ha avuto un effetto: ho votato per un solo quesito. Senza le loro parole, forse avrei votato NO a tutti e cinque. Insomma, Schlein, Bonelli e i vari opinionisti schierati hanno fatto perdere non guadagnare punti all’affluenza. E forse non solo i miei perché ho testimonianza di tanti che schifati dal loro ‘Dalli a La Russa’ o peggio ‘Dalli alla Meloni’ hanno deciso di rinunciare ad andare a votare. Contenti loro…”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
“Grande rispetto per chi è andato a votare, enorme sconfitta per una sinistra che non ha più idee e credibilità e che non riesce a mobilitare neanche i propri elettori. In due anni e mezzo al governo del Paese abbiamo ottenuto il record di italiani al lavoro, disoccupazione ai minimi, crescita dei posti fissi e calo del precariato: alla sinistra lasciamo le chiacchiere, Lega e governo rispondono coi fatti, e gli Italiani col voto (e il non voto) di ieri e oggi lo hanno capito benissimo. Cittadinanza accelerata? Idea sbagliata e bocciata pure quella, servono semmai più controlli e più buon senso. E sulla clandestinità, continuare a ridurre sbarchi e aumentare espulsioni. Gli Italiani hanno scelto, evviva la Democrazia”. Così Matteo Salvini