
Don Antonio Loffredo, il parroco che ha ridato speranza al Rione Sanità di Napoli è il sindaco de Il Paese dei Balocchi 2018
- 20 Luglio 2018
Fano (PU) – L’arte per valorizzare il patrimonio dei popoli, l’arte per tramandare storia, usi e costumi, l’arte per salvare vite umane. Sono tante le sfaccettature che questa parola può assumere e nel mondo contemporaneo c’è forse una persona che più di ogni altra ha saputo elevarla ad àncora di salvezza ridando un’opportunità a persone che vedevano solo buio in fondo al loro tunnel.
La città di Fano dà il benvenuto a Don Antonio Loffredo, sacerdote del rione Sanità di Napoli e prossimo sindaco de Il Paese dei Balocchi, la festa per grandi e piccini che dal 17 al 20 agosto tornerà protagonista per la 15esima edizione e che quest’anno ha scelto come tema appunto l’Arte.
Sul palco centrale di Piazza Bambini del Mondo, Don Antonio Loffredo racconterà di come ha saputo, grazie all’arte, far cambiare al mondo l’idea malsana che aveva sul rione Sanità, uno dei quartieri più antichi e belli di Napoli, ma “tagliato” da un ponte che di fatto lo ha isolato dal resto della città dandogli una connotazione in cui povertà, camorra e delinquenza hanno regnato sovrane, con i giovani che già alla nascita avevano segnato il proprio destino. Questo almeno fino al 2001 quando nella chiesa Santa Maria della Sanità “piomba” come un portatore sano di ottimismo Don Antonio Loffredo, parroco che da quel momento sarà destinato a cambiare le sorti di una popolazione intera.
Don Antonio ha avuto da subito l’intuizione di far capire ai giovani le bellezze artistiche e architettoniche di cui disponeva il rione Sanità e grazie alla sua audacia gli ha convinti a riappropriarsene con la consapevolezza che ristrutturare, dipingere e valorizzare avrebbe voluto dire anche crescita economica e occupazionale.
Come una catena della speranza sono nate in breve tempo varie cooperative di giovani (molti di loro reduci da un percorso di riabilitazione da tossicodipendenza), collaborazioni con professionisti del settore, sono state riaperte le catacombe di San Gaudioso prima e San Gennaro poi, sono stati restaurati 11mila metri quadrati di beni artistici e si sono creati posti di lavoro che hanno dato al rione Sanità una connotazione turistica impensabile solo 20 anni fa. Le catacombe sono passate da 3/4mila visitatori l’anno ai 100mila del 2017 e questo ha creato un’economia circolare che a pioggia ha portato benefici a tutti: grazie al lavoro di Don Antonio e i suoi ragazzi, infatti, sono nati ristoranti, pizzerie, negozi di oggettistica, strutture ricettive e questa è forse la vera vittoria di tutto il progetto.
“Le pietre scartate spesso possono diventare pietre preziose – spiega Don Antonio –. ‘Sanità’ era conosciuto solo per la cronaca fino a qualche tempo fa, oggi invece è molto di più e questo perché i ragazzi hanno cambiato gli obiettivi. Ora sanno che un futuro è possibile, ora sanno l’importanza di studiare per crearsi un domani e hanno capito l’importanza di fare squadra”.
Come spiegato da Don Antonio, nei ragazzi è stata inculcata la voglia di apprendere e conoscere e di fare qualcosa per il proprio paese. Ecco quindi che accanto al restauro e la riapertura delle catacombe sono nate scuole di musica, corsi di danza e teatro. Tutte iniziative per mettere i ragazzi sulla strada giusta, ovvero quella dell’arte e che ad alcuni di loro (7) hanno addirittura permesso di entrare in conservatorio, cosa nemmeno lontanamente immaginabile nel ventennio scorso.
Don Antonio e i suoi ragazzi non si sono lasciati rubare la speranza, riuscendo a tirar fuori il meglio dal quartiere più contraddittorio di una città altrettanto contraddittoria come Napoli lanciando un messaggio forte e chiaro: scommettere sul proprio territorio perché l’arte e la bellezza generano speranza.
“Il lavoro più duro – conclude Don Antonio Loffredo – è quello di cambiare l’approccio culturale e la mentalità di una città intera. C’è ancora tanta strada da fare ma siamo assolutamente sulla strada giusta”.
Impara l’Arte e non metterla da parte. E’ questo lo slogan de Il Paese dei Balocchi 2018 il cui tema scelto, l’Arte, abbraccia più tematiche e concetti come sempre avviene nella festa giunta quest’anno alla 15esima edizione.
“Se abbiamo occhi per guardare, cuore per emozionarci e mani per creare – spiegano gli organizzatori –, allora possediamo l’immensa capacità di dare vita al ‘sentire’ in tutte le forme e declinazioni. L’arte è il naturale prolungamento del nostro essere umani e come una voce che arriva da lontano, può illuminare mondi diversi. In questa 15esima edizione de Il Paese dei Balocchi vogliamo lanciare l’invito ad entrare in contatto con le diverse forme d’arte, riscoprendole e apprezzandole a partire dalle espressioni più semplici sino a quelle eccelse. L’arte non è prerogativa di pochi, ecco perché è fondamentale che ogni persona coltivi anche la propria capacità espressiva e si conceda il modo di darle vita. Laboratori, incontri e spettacoli andranno in questa direzione con un occhio attento alla sensibilità dei bambini senza ovviamente mai dimenticare il pubblico adulto. Piazza Bambini del Mondo ed il suo parco saranno nuovamente spazio per riflettere, giocare, divertirsi ed esprimersi”.
Ad ideare l’immagine sono stati lo studio Qb Comunicazione e il fotografo Wilson Santinelli che hanno cercato di ricreare in fotografia “Retrospect”, il quadro forse più famoso di Keith Haring, writer statunitense dal linguaggio visuale universalmente riconosciuto, scomparso nel 1990. Le sue opere fanno ricorso a uno stile immediato e sono popolate da personaggi stilizzati e bidimensionali, quali bambini, cani, angeli, mostri, televisori, computer, figure di cartoon e piramidi. La sua iconografia apparentemente infantile veicola messaggi semplici, chiari e immediatamente intellegibili che riguardano diversi temi scottanti della sua epoca quali il capitalismo, il razzismo, l’ingiustizia sociale, l’apartheid, il riarmo nucleare, la droga e l’AIDS… ma anche stati d’animo come amore, felicità e gioia.
Ed è proprio dalla bellezza di questo quadro e dai suoi colori accessi che si è partiti per l’immagine de Il Paese dei Balocchi con l’obiettivo di racchiudere in un unico scatto il concetto di Arte a 360 gradi, un’arte che può avere varie declinazioni ma comunque tutte fonte di libertà e gioia.
Sono danza, teatro, musica e scrittura le 4 arti rappresentate nell’immagine realizzata, quattro espressioni artistiche rese dinamiche dal sorriso di Chiara Omiccioli, Veronica Costanzi, Emma Filippini e Camilla Santinelli, atlete dell’Asd Alma Juventus Ginnastica Fano. Hanno collaborato al set che si è tenuto presso i locali della palestra, anche Natalia Tinti e l’allenatrice Raffaella Alessandri.