

Fano (PU) – “Non serve essere specialisti, basta avere un cuore”. La frase, pronunciata da Carlo Berloni dell’Associazione Consultorio La Famiglia, sintetizza al meglio quello che è l’affido familiare, una pratica rilanciata nel nostro territorio dal compianto Riccardo Borini che tanto fece a suo tempo per ripristinare un servizio che tende una mano a bambini e famiglie.
Fu proprio Borini a creare l’equipe (un’assistente sociale dell’Ats 6, una psicologa, un’assistente sociale di Asur) che nel 2018, insieme a tante associazioni e onlus, ha avviato una serie di incontri di orientamento e informazione per sensibilizzare sul tema e per capire se nel territorio dell’ambito ci fossero famiglie interessate ad intraprendere questo percorso. Oltre 70 le persone che hanno partecipato agli incontri e ben 20 le famiglie che hanno intrapreso il percorso di valutazione o che lo inizieranno a breve, famiglie che in pratica hanno dato la disponibilità a prendersi cura di bambini sia in forma residenziale (h24) sia in forma diurna, ovvero solo per qualche ora al giorno. Due di loro hanno addirittura avviato le pratiche tramite Asur per l’adozione.
“Affido familiare – hanno spiegato Tiziano Busca dell’Ats 6 e i responsabili di alcune associazioni aderenti al progetto – non significa strappare un bambino dalle braccia dei genitori, al contrario, significa mettere in campo tutte quelle pratiche affinché il ragazzo torni al più presto nella propria famiglia d’origine che nel frattempo è stata aiutata a risolvere le problematiche che l’affliggono”. Ad oggi sono 6 i progetti di affidamento familiare avviati (10 bambini) mentre altri 5/6 bambini sono in attesa di trovare una famiglia pronta ad accoglierli, famiglia che sarà “scelta” tra quelle che al momento sono sottoposte dall’equipe alla valutazione.
“Con le mamme e i papà che si rendono disponibili all’affido – ha spiegato la psicologa Martina Palazzi -, effettuiamo dei colloqui per capire se ci sono i presupposti. In linea di massima non ci sono vincoli perché le esigenze dei bambini che necessitano di affido sono molteplici. Il nostro lavoro è conoscere a fondo le loro abitudini e capire se possono essere d’aiuto. Per fare un esempio, avere molto tempo libero è sicuramente una discriminante importante ma al contrario, averne poco, non significa non poter diventare affidatari. Si tratta solo di trovare il giusto equilibrio tra esigenze del bambino e caratteristiche della famiglia”.
Per sensibilizzare ulteriormente sul tema, sabato 11 maggio alle 17 al Politeama, nell’ambito di Fano città delle bambine e dei bambini, ci sarà la proiezione del film “Solo cose Belle” che parla della vita in una Casa Famiglia, la quale sarà anticipata da testimonianze di famiglie che sono già affidatarie.