

Fano (PU) – “Stiamo andando a passare qualche giorno di vacanza a Fano”. Hanno tentato di giustificarsi così i due campani arrestati domenica scorsa dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Ancona, trovati in possesso di mezzo chilo di cocaina. I militari hanno notato subito qualcosa di strano quando, nel pomeriggio di domenica, hanno fermato la Nissan Micra in località Castelferreti. Oltre alle condizioni in cui era ridotta l’auto, il particolare che ha insospettito i carabinieri è stato la moquette, posizionata nel lato passeggero, staccata dalla carrozzeria, quasi come se la stessa fosse stata prima rimossa e poi risistemata al meglio. Dopo aver sollevato il pezzo di tappezzeria malmesso, i due passeggeri, una coppia di 40enni campani, hanno iniziato ad innervosirsi. In particolare la donna non riusciva a trattenere l’agitazione, insospettendo ancor di più i controllori. Nel frattempo che due militari procedevano al controllo del veicolo, un terzo carabiniere chiedeva alla coppia dove fossero diretti. La donna, presa alla sprovvista, ha riferito con voce nervosa e tremante che si stavano recando a Fano, presso casa di amici del suo compagno. Risposta abbastanza inverosimile poiché la coppia che si trovava nei pressi di Ancona, al momento del fermo era diretta a sud, particolare che ha dato la certezza ai militari che i due cercavano delle giustificazioni alla loro presenza nelle Marche. Presenza che sarebbe stata probabilmente di pochi giorni, se non di poche ore, considerato il fatto che viaggiavano sprovvisti di bagagli. Alla fine i due sono stati accompagnati in caserma dove da un’ispezione più approfondita del veicolo, è stata ritrovata all’interno della carrozzeria del portellone posteriore, una busta in plastica contenente circa mezzo chilo di cocaina, più un bilancino di precisione nascosto sotto il sedile. Non si è capito se alla fine la coppia di fidanzati era diretta veramente nel fanese per una veloce vacanza, durante la quale, magari, potevano provare a piazzare anche lo stupefacente. Di certo è che quella che secondo loro doveva essere una toccata e fuga nel litorale marchigiano, si è trasformata in una permanenza molto più lunga, per l’uomo M. L. classe 76, nel carcere di Monteacuto, mentre per la donna C. M. classe 83, nella casa circondariale di Villa Fastiggi a Pesaro.