Cartoceto (PU) – L’Amministrazione Comunale di Cartoceto ha introdotto la possibilità di stipulare contratti di locazione a prezzi calmierati che apporteranno benefici sia per i proprietari degli appartamenti posti in locazione che per chi è in affitto. Sono state infatti recepite le indicazioni della Legge n. 431/98 con la quale viene stabilito, in base ad accordi territoriali stipulati tra le organizzazioni degli inquilini e quelle dei proprietari, un tetto massimo per l’importo del canone mensile di locazione che, ovviamente, differisce a seconda delle caratteristiche dell’immobile.
L’introduzione del canone concordato apporta numerosi vantaggi. Prima di tutto permette di far incontrare la domanda e l’offerta riducendo così il numero degli appartamenti sfitti contribuendo a dare sostegno e ulteriore linfa al mercato immobiliare. Tale contratto permetterà poi, una maggiore garanzia di solvibilità grazie all’introduzione di canoni più contenuti e dunque più sostenibili. La sostenibilità economica del canone ridurrà, di conseguenza, le insolvenze e quindi gli sfratti per morosità. Inoltre, scegliendo questo tipo di contratto, sia il proprietario dell’immobile affittato che l’affittuario potranno usufruire di alcune agevolazioni fiscali. L’impegno dell’Amministrazione Comunale è stato volto proprio a questo: poter sviluppare una serie di strumenti che, per un verso, fossero volti a rinvigorire il mercato immobiliare locale e, per un altro, alleggerissero la spesa mensile delle famiglie in affitto apportando benefici anche ai proprietari dell’immobile locato.
Chi affitta il proprio appartamento stipulando un contratto a canone concordato ha poi due possibilità.
Se non opta per la cedolare secca, il sistema di tassazione introdotto con decreto legislativo nel marzo del 2011, il locatario ha diritto ad una riduzione del 30% sul reddito imponibile derivante dalla proprietà affittata per l’applicazione dell’Irpef e dell’imposta proporzionale di registro. Invece, nel caso in cui il proprietario dell’appartamento adotti la cedolare secca, l’aliquota sul canone pattuito dalle parti sarà pari al 10%, non dovrà più corrispondere le imposte di registro e di bollo sul contratto di locazione e nemmeno sulla risoluzione e sulle proroghe. Per i locatori che stipuleranno un contratto concordato con un inquilino che prenderà la residenza anagrafica nella casa affittata in quanto abitazione principale, è prevista una riduzione del 25% dell’aliquota comunale sulle imposte per l’Imu. Inoltre vi è la possibilità di stipulare contratti di locazione di durata diversa rispetto a quella dei quattro anni più quattro rinnovabili.
Ma anche per chi prende un immobile in affitto vi sono degli evidenti vantaggi. Chi, infatti, stipulerà un contratto d’affitto a canone concordato per un alloggio adibito ad abitazione principale, potrà avvalersi di una maggiore detrazione Irpef annua da calcolarsi con rispetto al reddito percepito. Inoltre, altra agevolazione prevista per il locatario in caso di cedolare secca, è il blocco dell’indicizzazione Istat del canone d’affitto, strumento, quindi, che ne congela l’aumento graduale negli anni. A questo va ad aggiungersi poi l’esenzione dalla compartecipazione agli oneri amministrativi derivanti dalla gestione contrattuale. «Uno strumento utile a vivacizzare il mercato immobiliare tutto, – sostiene l’Assessore al Bilancio Michele Mariotti – una misura a sostegno delle famiglie, in favore tanto di chi loca il proprio immobile, quanto di chi sceglie di vivere in una casa in affitto».