Fano (PU) – Ci ha lasciato venerdì 20 marzo all’età di 99 anni, 5 mesi e 24 giorni Anellino Manocchi, ultimo fanese ancora in vita ad essere stato un Internato Militare Italiano alla seconda guerra mondiale.
La precisione nell’indicare i mesi e i giorni della sua età non è casuale: Anellino, Nello com’era conosciuto da tutti, scandiva il passare del tempo con una lucidità invidiabile e chiunque si trovasse a passare dalle sue parti, non poteva che rimanere affascinato dai suoi racconti che iniziavano, appunto, con la presentazione, con tanto di età precisa al secondo.
E’ si che di cose da dire Nello ne aveva, lui che è stato un internato militare italiano durante la Seconda Guerra Mondiale e che, per essersi rifiutato di aderire alla Rsi (Repubblica Sociale Italiana, Repubblica di Salò), si era fatto anche due anni di campo di concentramento.
“Nel corso degli anni – ricorda l’assessore alla Memoria, Samuele Mascarin -, non solo nell’ambito pubblico, ho avuto la fortuna di avere squisita conoscenza di questo uomo mite e coraggioso, di animo generoso e di spirito brillante. Un esempio di virtù umane e civili, testimone appassionato della nostra Storia nazionale e guardiano rigoroso della sua Memoria collettiva”.
La sua ultima apparizione “pubblica” risale allo scorso 25 gennaio (nella foto) quando partecipò insieme all’Anpi (di cui era iscritto da qualche anno, dopo che il Governo gli aveva riconosciuto lo stato di reduce degli Imi) al raduno fanese del movimento delle Sardine invitato dal presidente della sezione Leda Antinori, Paolo Pagnoni: “Decidemmo insieme il suo intervento – racconta Pagnoni -. In pochi minuti riuscì con le sue parole a commuovere tutta la piazza. Una memoria straordinaria la sua, che lo ha accompagnato per tutti i lunghi anni in cui ha raccontato a centinaia di studenti delle scuole di Fano e dintorni le sue tragiche esperienze vissute come IMI (internato militare italiano) durante la seconda guerra mondiale. Uno dei seicentomila che dissero No a Mussolini, dopo l’armistizio, come amava ripetere orgogliosamente, sorbendosi per questo lunghi mesi di campo di concentramento in molti Paesi europei. Un ufficiale, insignito del titolo di Partigiano, fiero di mostrare le carte che gli riconoscevano i suoi meriti e gli scritti e gli articoli contro Mussolini e il libro del quale era particolarmente orgoglioso (‘600 volte NO’), dove racconta gli anni di stenti della prigionia. Un piccolo grande uomo al quale, nell’Anpi sezione Leda Antinori, avevamo imparato ad essere particolarmente affezionati e grati, per tutto ciò che era stato e per quello che rappresentava ancora, per la sua lucida memoria, densa di racconti e pathos”.
E lucido Nello lo è stato fino a pochi giorni prima di lasciarci tant’è che con i familiari già da tempo stava organizzando la grande festa per i suoi 100 anni (li avrebbe compiuto il 22 ottobre prossimo) nella quale, siamo convinti, avrebbe raccontato a tutti, per l’ennesima volta, il suo passato e tutti, ne siamo altrettanto convinti, sarebbero stati ad ascoltare con attenzione le sue parole, parole intrise di coraggio e orgoglio dette da un uomo che in 99 anni, 5 mesi e 24 giorni ha sempre difeso il valore della pace e della vita.
Per i motivi noti a Nello non potrà essere dato l’ultimo saluto che meritava, il suo feretro non sarà accompagnato da “Bella ciao” e sulla sua bara non ci sarà alcuna bandiera ma la sua memoria sarà ugualmente onorata: “Rimarrai per sempre nei nostri cuori – conclude Pagnoni – e sarai sempre con noi, in ogni occasione in cui verrà celebrata la Liberazione di Fano e del nostro Paese dalla dittatura nazifascista”.