Fano (PU) – Una mozione in difesa die commercianti fanesi e più in generale per quelli di tutta la Regione. A depisitarla è stato il consigliere regionale Federico Talè che impegna la giunta a promuovere misure utili ad arginare il preoccupante fenomeno della chiusura dei piccoli esercizi commerciali, valutando la possibilità di una riduzione dell’Irap a carico degli stessi e l’attivazione di un tavolo di concertazione regionale che comprenda gli enti locali, i rappresentanti dei consumatori, le confederazioni dei commercianti e le organizzazioni sindacali.
“Affitti lievitati spropositatamente, costi delle utenze molto alti e la concorrenza dell’e-commerce – scrive Talè – stanno causando la chiusura dei piccoli negozi e delle botteghe di città e dei paesi, come dimostrano ‘le grida d’allarme’ lanciate attraverso le pagine dei quotidiani locali proprio in questi giorni dai commercianti di Fano. I piccoli negozi cittadini e le botteghe di paese sono punti di riferimento imprescindibili per la popolazione, luoghi di ritrovo, scambio di informazione e presidi di vigilanza del territorio. Assolvono ad una duplice funzione: commerciale e sociale, per questo è necessario che la politica e le istituzioni mettano in campo urgenti iniziative al fine di evitare che le serrrande dei negozi si abbassino definitivamente. Nonostante la Regione Marche abbia previsto nel programma annuale interventi di sostegno alle piccole imprese commerciali per 800mila euro, interventi per le piccole imprese commerciali dei comuni sotto i 5.000 abitanti per 200mila euro e interventi alle piccole imprese commerciali in sede fissa del settore non alimentare per altri 100mila, le micro e le piccole aziende continuano a risentire pesantemente degli effetti della crisi. Secondo i dati eleborati dall’Ufficio Statistica e Studi della Camera di Commercio delle Marche – spiega il consigliere Pd – dal 2017 al 2018 nella nostra Regione, a fronte di 10.013 attività di ristorazione iscritte alla Camera di Commercio sono 719 quelle che hanno cessato la propria attività, mentre le nuove iscrizioni sono state solo 331 e se osserviamo la Provincia di Pesaro e Urbino il dato è ugualmente sconfortante: su 2.569 attività di ristorazione iscritte alla Camera di Commercio ben 185 hanno chiuso i battenti e solo 97 sono state le nuove iscrizioni nello stesso periodo. Non è più rinviabile – conclude Talè – una manovra che garantisca una inversione di rotta”.