Fano (PU) – Regolamento 2.0. E’ con questo nome che amministratori e tecnici comunali hanno definito il nuovo documento riguardante le linee guida da seguire per gli arredi urbani del centro che è stato redatto nuovamente dopo le istanze (diffida compresa) presentate dagli esercenti.
Soddisfatte quasi in toto le richieste dei titolari delle attività commerciali, in primo luogo per quanto riguarda le distante dalla strada (3 metri e mezzo) e dai parcheggi (6 metri), che non compaiono più nel regolamento in quanto non di competenza della Soprintendenza.
Tre le aree in cui è stato suddiviso il centro: una dove è assolutamente fatto divieto di mettere tavoli e sedie (mura malatestiane, Arco d’Augusto e davanti ai sagrati delle chiese), una dove non serve il parere della soprintendenza ma basta l’ok della commissione urbanistica e una dove invece gli arredi urbani sono condizionati dall’autorizzazione della Soprintendenza come i giardini di piazza Amiani.
Nella riunione di ieri (presenti anche le associazioni di categoria), dopo i convenevoli e i reciproci ringraziamenti per la disponibilità a rivedere le proprie posizioni, i commercianti hanno espresso quelle che, nuovo documento alla mano, erano rimaste le poche perplessità ancora in essere.
La prima: la validità o meno dell’abaco che indica modelli e colori ai quali attenersi (con tanto di foto) “che – hanno ribadito i tecnici – è solo un indicazione da seguire e non sarà quindi tassativo”. La parola “tassativo”, sarà sostituita da “sostanzialmente conforme”.
La seconda: la visuale prospettica che non dovrà interferire con i “monumenti di pregio monumentali” e non semplicemente con i “monumenti di pregio” come invece scritto nel regolamento 2.0.
La terza, che rimane l’unico nodo da sciogliere, rimane la scelta dei materiali. Molti commercianti hanno fatto notare che l’alluminio o il ferro (come indicato nell’abaco) non sono idonei ma sarebbe preferibile utilizzare arredi in polipropilene che, anche a livello di design, sono esteticamente apprezzabili. Su questo punto il Comune ha ribadito che la soprintendenza non vuole la plastica (il polipropilene ne è un derivato).
In sostanza tutte le attività che faranno richiesta di occupazione di suolo pubblico se si atterranno a questo regolamento avranno l’autorizzazione direttamente dal Comune, in caso contrario la commissione urbanistica, una volta visionato il progetto, istruirà una pratica che sarà inviata alla soprintendenza che deciderà il da farsi.
Cosa succede ora? I tecnici comunali predisporranno un documento che la giunta farà proprio come presa d’atto che sarà pubblicato all’Albo Pretorio per 15 giorni al termine dei quali, per ulteriori 15 giorni, potranno arrivare le osservazione dei cittadini. Il Comune farà una sintesi dei contributi e se non cambia molto il regolamento sarà portato in consiglio altrimenti occorrerà richiedere nuovamente il parere della Soprintendenza.
Tra le modifiche l’adeguamento che passa a 36 mesi (anche per chi ha rinnovato a dicembre) e la rimozione degli arredi di notte che, nel nuovo regolamento, possono restare anche in loco purchè l’esercente si occupi della relativa pulizia.