Regione Marche – Federico Talè ha presentato una mozione per estendere il buono mobilità, noto come ‘bonus bici’, a tutti i marchigiani, indipendentemente dal numero di abitanti del loro comune di residenza, “per non lasciare indietro nessuno ed evitare l’ennesima discriminazione, che stavolta in regione colpirebbe oltre 1milione e 100mila persone, di cui 190mila della provincia di Pesaro e Urbino, molte delle quali residenti nei piccoli centri dell’entroterra”.
È importante – evidenzia l’esponente di Italia Viva – che noi consiglieri, al di là delle parole, agiamo con atti ufficiali, sui quali è chiamata ad esprimersi l’Assemblea legislativa e che in caso di voto favorevole hanno l’efficacia di vincolare l’operato della giunta”. “Attualmente – puntualizza Talè – il Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34 attribuisce il buono mobilità (pari ad un contributo del 60% sull’acquisto di bici, monopattini elettrici, segway, hoverboard e monowell, fino ad un massimo di 500 euro) solo ai maggiorenni che vivono nelle città capoluogo di regione e di provincia e in quelle con più di 50mila abitanti. In tal modo nella nostra regione rimangono fuori 221 comuni su 228, nei quali abitano quasi il 75% dei marchigiani, moltissimi dei quali, neanche a dirlo, sono dei piccoli centri dell’entroterra, già alle prese con numerosi problemi legati ai servizi e alle infrastrutture”.
“Si fa un gran parlare di sostegno alle aree interne – incalza Federico Talè – e della Marche come terra della bike, con tanto di spot pubblicitari col campione Vincenzo Nibali, ma tutto ciò rischia di stridere fortemente con le attuali regole che disciplinano il cosiddetto ‘bonus bici’, inaccessibile a 3 marchigiani su 4. Per questo motivo, il mio atto di indirizzo ha un duplice obiettivo. Impegnare il presidente e la giunta ad attivarsi ad ogni livello istituzionale e a mettere in atto ogni azione utile perché il buono mobilità di cui all’art. 229 del Decreto-Legge 19 maggio 2020 venga esteso anche ai maggiorenni residenti nei comuni non capoluogo di Regione o di Provincia con meno di 50.000 abitanti. E a individuare risorse regionali che possano consentire l’attribuzione di un beneficio analogo anche ai residenti nei comuni marchigiani non capoluogo con meno di 50mila abitanti; stabilendo, se necessario, una limitazione d’accesso al beneficio per le fasce di reddito più alte”.