Fano (PU) – Bussare alla porta dei Servizi sociali o di qualche onlus quando ci si ritrova in situazioni di emergenza non è facile. La vergogna, la paura di non essere capiti, l’impotenza. Sono tante le situazioni per cui spesso i soggetti, piuttosto che chiedere una mano, preferiscono passare le notti all’addiaccio in attesa di tempi migliori.
E’ proprio nei confronti di queste persone, in particolar modo di chi è senza fissa dimora, che si rivolge il progetto Comunità Solidale che vede coinvolto il pubblico e il privato in un lavoro di sinergia che racchiude in sé il vero significato della parola “Welfare” e che si pone, tra gli altri, l’obiettivo del reintegro nella società di questi soggetti.
Grazie ad un bando europeo di 150mila euro, le associazioni di terzo settore operanti in città, si mettono così in rete per cercare di ridurre un fenomeno sempre più diffuso, come dimostrano i 684 ospiti notturni che nel 2019 ha avuto l’Opera Padre Pio o gli oltre 50mila pasti forniti da Casa Betania in 25 anni di servizio. Il progetto, di fatto, mira a “scovare” le persone in difficoltà attraverso la mappatura del territorio senza aspettare che siano gli utenti a recarsi nelle varie strutture.
5 le realtà coinvolte (con il coordinamento di Comune e Ats 6): Polo 9 (ente capofila), Amici di Casa Betania, Cooperativa sociale I Talenti, Caritas e Opera Padre Pio che, specialmente in determinati periodi dell’anno si attiveranno per un servizio di pronto intervento sociale che prevede la presenza di un congruo numero di operatori che possano intervenire, nelle situazioni di emergenza e a chiamata. Presto, per far fronte all’emergenza, sarà attivo anche un numero di telefono nelle fasce orarie in cui non sono attivi i servizi sociali istituzionali (orientativamente, tutti i giorni dalle 20 alle 8 e h24 nei giorni di sabato e festivi) nei periodi 1 dicembre 2019/31 marzo 2020, 1 luglio/31 agosto 2020 e nel mese di dicembre 2020. Questo perché i periodi invernali e quelli più caldi sono storicamente individuati come periodi critici.
Queste cinque associazioni, così come già stanno facendo autonomamente, si occuperanno anche della distribuzione dei beni materiali: indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di pronto soccorso, sacchi a pelo e coperte. Nel presentare il progetto, la coordinatrice dell’Ats6 Roberta Galdenzi e l’assessore al Welfare di Comunità Dimitri Tinti, hanno ricordato il compianto Riccardo Borini che per primo attivò anni fa il percorso che ora giunge a compimento.
In questo “patto di sussidiarietà” tra pubblico e privato, un ruolo fondamentale lo giocano i cittadini con le loro offerte, specialmente di indumenti, cosa che però purtroppo avviene spesso con troppa superficialità. Delle 29 tonnellate di vestiti e tessuti raccolti lo scorso anno dalla coop. I Talenti, solo 13 sono stati ridistribuiti tramite l’opera Padre Pio, il resto sono finiti nei rifiuti perché non utilizzabili.