Fano (PU) – L’indice di contagio da Sars Cov 2 continua a salire. E ormai tra gli scenari “apocalittici” paventati da virologi, politici e media, trova spazio anche l’ipotesi di un lockdown a Natale. Non vuole far polemiche il presidente di #Ristoritalia, l’associazione che riunisce più di 170 tra titolari di bar e ristoranti della provincia di Pesaro e Urbino, ma non vuole neppure che perseguendo su questa strada di “tante chiacchiere e poca concretezza” si finisca per distruggere l’economia dell’intero Paese.
“Con l’uscita del nuovo Dpcm, i danni alle nostre imprese si sono visti subito – denuncia Giorgio Andrea Ricci -. Non è pensabile che un bar debba smettere di lavorare alle 21, quando il grosso del lavoro è dopo cena”.
“Martedì 13 ottobre è stata una giornata normale. Ma nei giorni successivi, con la chiusura dei ristoranti a mezzanotte e il blocco delle somministrazioni al banco alle 21, i nostri locali hanno perso già il 40% del fatturato. In una situazione che era già di perdita, calcolando che con il distanziamento introdotto a marzo abbiamo perso quasi la metà dei posti a sedere. La gente, frastornata da questa ridda di comunicazioni confuse, torna ad avere paura di uscire. Si sta facendo solo del terrorismo sparando in continuazione i numeri dei contagi. Bisogna invece fare maggiore chiarezza sui numeri dei malati veri e meno sensazionalismo”.
Sapendo di non poter cambiare le regole che governano l’informazione e la disinformazione nel Paese, né di poter rassicurare chi ha paura sul fatto che la stragrande maggioranza dei locali della nostra provincia rispetta le regole e non si corrono rischi a frequentarli, Ricci preferisce andare controcorrente. “Dato che con queste misure restrittive già in passato (a marzo) non si è stati in grado di frenare la curva dei contagi, che ora sta tornando a crescere in modo esponenziale come allora, facciamolo subito il lockdown: per la nostra categoria sicuramente è meglio adesso che a Natale, l’unico mese invernale in cui si lavora di più”. L’appello è quindi al neo presidente della Regione, Francesco Acquaroli: “Chiudiamo i confini della Regione Marche e sospendiamo le nostre attività economiche per soli 15 giorni, piuttosto che chiudere a Natale in condizioni peggiori. Abbiamo avuto una bella estate e sappiamo di non poter fare affidamento sulle promesse di aiuti economici in caso di difficoltà. Nel primo lockdown la politica ci ha promesso mari e monti ma non abbiamo avuto niente, paragonato alle perdite. Se la prospettiva adesso è quella di farci indebitare ancora di più, noi non ci stiamo”.