PESARO – Era già stato bocciato all’esame di teoria già due volte così questa volta aveva deciso di “andare sul sicuro”. Il 32enne marocchino residente a Mombaroccio però, non aveva fatto i conti con il personale della Squadra Mobile e della Polizia stradale di Pesaro che lo hanno colto con le mani nel sacco.
Il 32enne è stato sorpreso a svolgere l’esame teorico per il conseguimento della patente di guida presso la locale Motorizzazione Civile, munito di una sofisticata attrezzatura elettronica che gli consentiva di ricevere “da remoto” le risposte al quiz. Il candidato aveva con se uno smartwach con telecamera con cui inquadrare il monitor ove apparivano le domande a risposta multipla, uno smartphone per il collegamento alla rete internet con cui trasmettere le immagini, un secondo telefono cellulare su cui ricevere le risposte e un micro-auricolare, collegato tramite un trasmettitore al predetto cellulare, con cui ascoltare le risposte giuste suggerite dall’esperto.
Lo stratagemma gli aveva permesso di consegnare un elaborato con punteggio netto. I poliziotti però, fuori dai locali della motorizzazione mentre il marocchino stava dando l’esame, hanno sorpreso due uomini, entrambi incensurati, che avevano fornito al candidato l’attrezzatura oltre ad aver organizzato tutto il supporto logistico per i collegamenti telefonici e telematici con un terzo soggetto, non ancora identificato, avente il ruolo di “suggeritore” delle risposte.
I due sono stati identificati in un brindisino residente a Tavullia di 56 anni, considerato il contatto locale con i candidati e in un casertano di 51 anni, risultato essere colui che ha fornito ed attivato l’attrezzatura elettronica. Si è accertato che il prezzo pagato dal candidato per l’operazione è stato di €3.500, di cui €2.250 in contanti consegnati venerdì mattina nelle mani del brindisino e poi sequestrata.
Anche il casertano è stato trovato in possesso di una mazzetta di banconote per una somma di €3.000, anch’essa sequestrata, probabilmente provento di altra analoga operazione.
Conseguentemente ai predetti tre soggetti è stato contestato la violazione di cui all’art. 1 della Legge 475/1925 un reato che ha pesanti ricadute sulla sicurezza stradale, considerato che tale illecita attività favorisce il rilascio di autorizzazioni a condurre veicoli a soggetti non idonei, e che appare essere alquanto diffuso e spesso consumato a fini di lucro ed in maniera strutturata, da veri e propri professionisti della truffa.