Ancona – Salvare dalla soppressione la prima classe dell’Istituto Tecnico Economico ‘Giuseppe Celli’ di Cagli. E’ la finalità della mozione presentata da Federico Talè e approvata all’unanimità nella seduta dell’Assemblea Legislativa delle Marche di ieri.
“Le notizie riguardanti l’organizzazione scolastica nella nostra regione per l’anno 2020/2021 – spiega il consigliere di Italia Viva – evidenziano l’insorgenza di diverse situazioni di criticità, tra le quali, estremamente grave, è la cancellazione della classe prima all’Istituto Tecnico Economico di Cagli, perché le iscrizioni, almeno 10, tra cui quella di un ragazzo diversamente abile, sarebbero ritenute insufficienti”.
“L’Istituto ‘Celli’, operativo dal 1946 – incalza Talè -, è estremamente importante per un’ampia fascia di entroterra che abbraccia tutta l’Unione Montana del Catria e del Nerone, composta dai comuni di Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Frontone e Serra Sant’Abbondio, che già deve fare i conti con pregressi aspetti di insufficienza nell’offerta formativa, con conseguente alto rischio di un’ulteriore fuga degli studenti, non solo verso la nostra costa, ma anche verso altre regioni, in particolar modo l’Umbria. E il risultato sarebbe estremamente penalizzante per il territorio, per le famiglie che ci abitano e, in particolare, per i giovani. Si parla sempre di salvaguardia delle aree interne e poi ci si dimentica clamorosamente che la presenza delle scuole, di qualunque genere e grado, rappresenta un servizio imprescindibile per le politiche di tutela e rilancio dei borghi dell’entroterra”.
“C’è poi da tenere in considerazione – aggiunge il consigliere regionale Federico Talè – la particolare fase che stiamo vivendo a livello sanitario. La scelta di cancellare la prima classe dell’Istituto di Cagli, fondata su un numero di iscritti ritenuto insufficiente, è incomprensibile e fuori dal contesto attuale, perché non considera affatto l’emergenza da Covid e il necessario rispetto delle misure di distanziamento sociale per la ripresa delle attività a settembre. Per questo, occorre agire con forza, ad ogni livello, contro una decisione inaccettabile. In questo momento storico tutti abbiamo il dovere morale e politico di difendere un sano stile di vita e la necessità di sentirci più individui e meno numeri”.