Fano (PU) – Dopo un paio di mesi di pausa, da venerdì in città si è tornato a parlare del digestore anaerobico, ovvero l’impianto per il trattamento dei rifiuti organici, indispensabile secondo Massimo Seri e la maggioranza per evitare di continuare a spendere i soldi per trasferire i rifiuti in Romagna, sovradimensionato e troppo costoso per l’opposizione.
Nonostante le rassicurazioni del primo cittadino (“l’impianto non sarà realizzato nel territorio del comune di Fano”) nell’ultimo consiglio comunale, Lega e 5 Stelle attaccano: “Appena vinte le elezioni – scrivono i consiglieri grillini fanesi insieme al consigliere regionale Fabbri – il sindaco dice che senza digestore aumenterebbero le tariffe per i cittadini. Non siamo contro ma vogliamo il digestore a determinate condizioni, la prima che sia di dimensioni provinciali e non extra provinciali come paventato. In caso di realizzazione a Fano, Monteschiantello dovrebbe essere valutata come sede prima di qualsiasi altra zona e la gestione dovrebbe rimanere in mano ad Aset. Respingiamo quindi al mittente le velate insinuazioni in merito ad una nostra presunta contrarietà a prescindere sugli investimenti nell’impiantistica di trattamento dei rifiuti ”.
Accuse ancora più pesanti arrivano dal carroccio: “Il digestore rispunta fuori – scrive il segretario provinciale Lodovico Doglioni – proprio dopo la riconferma di Reginelli alla guida di Aset e prima del consiglio d’amministrazione della stessa, un chiaro segnale strategico che rimette in discussione la credibilità del sindaco che viene continuamente smentito dai suoi uomini. Un investimento di 20 milioni a fronte di una spesa annua di 1,5 per il conferimento dell’umido in Romagna è decisamente esagerato. Oltre al fatto che Aset non può permettersi di supportare l’impianto con le sue gambe ed andrebbe subito in default finanziario. L’impressione è che Aset stia diventando sempre più quel carrozzone pubblico per aiutare gli amici a trovare lavoro, e non sia gestito managerialmente bene per creare valore e servizi ai cittadini. La città è sporca, le fogne quando piove non funzionano, i cassonetti sono sempre pieni e il verde pubblico non viene curato come si conviene ad una città turistica. Aset ritorni ad essere quella società di servizi che Fano merita e si concentri sulle attività concrete lasciando perdere farmacie, riscossioni e bollini blu. Se non fa bene il suo lavoro, se non migliora i servizi ai cittadini e soprattutto se non riduce le tariffe, allora meglio metterla sul mercato e venderla. U’azienda ‘nana’ in mezzo a colossi cento volte più grandi come Hera, A2A, Contarina ecc. quanto potrebbe durare se va anche in tensione finanziaria con il digestore? Meglio cederla subito, incassare 30 milionie utilizzarli per sistemare definitivamente la città”.
(foto dimostrativa)