Fano (PU) – “A parte quel piccolo lembo di terreno adibito a parco giochi per i bambini, privo di ombra e di nuovo in deterioramento, il resto è terra di nessuno”. Questo il commento di Stefano Pollegioni e Giancarlo Urbani sull’area verde dell’ex aeroporto, passata nel 2015 dal Demanio al Comune il quale ha avviato il progetto per il Parco Urbano.
“Un’area – scrivono – che richiama specialmente questo periodo molte persone, giovani e anziani, che percorrono quelle stradine per fare attività ginnica anche per scopo terapeutico in tutta sicurezza. Non abbiamo a Fano molte aree utili per queste attività e il parco dell’ex aeroporto si presta molto ma purtroppo è in stato di degrado”.
“E’ sotto gli occhi di tutti, più volte testimoniata con video e fotografie, la situazione desolante di questa area: erba alta, strade dissestate, immondizia di ogni genere, segnali stradali abbandonati tra l’erba, scarico di materiali edili, perfino una gettata di cemento in un angolo del prato. Non ci vengano a dire che in tempo di emergenza non si è potuti intervenire perché ogni anno qui è la solita storia. Insomma anche se ancora non c’è una luce in fondo al tunnel per la realizzazione del parco almeno si cerchi di renderlo accessibile e pulito, prevedendo il taglio dell’erba, dei rovi molto alti abitazione per animali di ogni genere e perché no pensare intanto ad una piantumazione di alberi. Sicuramente combattendo il degrado allontanerebbe anche quelle persone, irrispettose, che ad oggi vanno a scaricare in quel luogo ogni genere di cose”.
“Perché ad esempio non dare, nel frattempo, i terreni in comodato d’uso per la semina con l’accordo di tenere pulito anche il resto del parco? Inoltre perché non pensare, con una recinzione e i dovuti servizi, di ripristinare lo spazio che c’era un tempo per lasciare liberi di scorrazzare gli amici a quattro zampe, visto che a Fano non si riesce ad avere spazi adibiti a sgambatoi, assegnandone la gestione ad una associazione”?.
“Stiamo valutando di segnalare lo stato di quel terreno al Demanio e alla Prefettura perché sicuramente nell’atto di gestione sarà prevista la cura di quei terreni e qualcuno dovrà pur occuparsene”.