
DIRE – Strage di Corinaldo: Nordio avvia l’istruttoria sulla fuga di Andrea Cavallari
- 11 Luglio 2025
Roma – Una fuga pianificata da tempo, nei minimi dettagli quella escogitata da Andrea Cavallari, evaso da una settimana dal carcere della Dozza dopo aver discusso la tesi di Laurea. il giovane si sarebbe procurato documenti falsi, un cellulare, dei soldi. Ad aiutarlo un amico arrivato in auto per poi allontanarsi con lui da Bologna verso una destinazione che si ritiene estera. Si pensa ad un Paese dell’Europa del’Est, persino all’Ucraina. A questo starebbero lavorando gli inquirenti impegnati da una settimana a ricostruire i ‘passi’ di Andrea Cavallari, il 26 enne sparito nel nulla giovedì scorso.
I FATTI
Cavallari, condannato in via definitiva a 11 anni e 10 mesi per la strage dell’8 dicembre 2018 alla discoteca ’Lanterna Azzurra’ di Corinaldo, dove morirono 5 minorenni e una madre, è uscito dal carcere con la madre che lo ha accompagnato all’università, senza scorta. Dopo la cerimonia, il pranzo in un ristorante con la mamma, il patrigno e la madre di quest’ultimo si è allontanato dicendo che doveva versi con la fidanzata. Si sarebbe dovuto incontrare poche ore dopo con la madre, per poi rientrare in carcere. Non è mai successo. La (ex) fidanzata era una scusa: i due non si vedono da due anni.
APERTI I FASCIOLI PER EVASIONE E PER FAVOREGGIAMENTO
Ora a carico di Cavallari è stato aperto un fascicolo per evasione. Non solo: di ieri la notizia che ne verrà aperto un altro per favoreggiamento all’evasione- per ora risulterebbe a carico di ignoti- per verificare chi possa aver fornito supporto all’evaso nella scrupolosa preparazione ed ’esecuzione della fuga.
NORDIO: “AVVIATA UN’ISTRUTTORIA AL MINISTERO”
La questione è finita anche in Senato dove, rispondendo a una interrogazione, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato l’apertura di una istruttoria del ministero. “Occorre fare certamente luce sulla vicenda riportata dalla stampa e andrà fatto un accertamento- ha detto in Aula rispondendo al question time- A tal fine, appresa la notizia, ho avviato un’attività istruttoria al fine di accertare compiutamente i fatti e verificare l’eventuale sussistenza dei presupposti per l’esercizio delle prerogative istituzionali riconosciutemi per legge. Il segreto istruttorio non consente di poter fornire ulteriori dettagli sulla vicenda”. Insomma, si dovrà chiarire anche SE l’iter per la concessione del permesso di uscita sia stato rispettato.
IL RUOLO DELL’AMICO CON L’AUTO
Le ricerche, seguite dal Nir e coordinate dal Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria, con cui collaborano tutte le forze dell’ordine, in un primo momento si sono concentrate tra Bologna, Modena e Ferrara, quindi sono state estese e un’area di interesse sembra essere l’Est Europa, che potrebbe aver raggiunto in macchina. Sotto osservazione nono solo le telecamere sparse nel centro di Bologna, ma tutti i suoi contatti, compresi familiari e amici. In particolare, l’attenzione degli inquirenti ora si concentra sull’amico che ha raggiunto Andrea Cavallari al ristorante. I familiari non lo conoscevano. Al momento si cerca di risalire alla sua identità perché potrebbe aver avuto un ruolo nella fuga.
DUE O PIÙ PERSONE LO HANNO AIUTATO NELL’EVASIONE
L’ipotesi al vaglio è che vi sia una vera e propria rete di complici: almeno due persone avrebbero aiutato Cavallari nel preparare e mettere in atto la fuga, ma si ritiene siano coinvolti altri: per capirne di più sarà aperta un’inchiesta per favoreggiamento. Emerge che il 26enne aveva con sé un telefonino, probabilmente recuperato fuori dal carcere il giorno della laurea. Ed è anche caccia all’auto dell’amico che è andato a prenderlo. Gli inquirenti stanno passando al setaccio le telecamere, dopo che sono state acquisite le immagini di quelle del ristorante del centro e quelle di videosorveglianza sul territorio. Quanto alla disponibilità economica del ricercato, i familiari gli avevano dato 300 euro, quel giorno, come regalo di laurea, ma quasi sicuramente qualcuno ha aiutato Cavallari anche in questo, dandogli dei contanti. Gli accertamenti sono in corso per capire anche se il ragazzo possa aver avuto accesso a un cellulare, seppur vietato, servito a programmare l’evasione con chi lo attendeva fuori. Da capire, inoltre, se qualche detenuto albanese possa averlo aiutato a varcare il confine.