

Fano (PU) – “La chiusura del Museo Archeologico è stata frutto di un pasticcio fra negligenza e inattività del Comune”. Non hanno dubbi i rappresentanti di Fano a 5 Stelle nonostante le “rassicurazioni” fornite ieri in consiglio comunale dai dirigenti, i quali hanno assicurato che breve verranno aperte le buste per il bando riguardante la messa in disparte delle opere comunali in luogo idoneo, per far avviare i lavori sulla sicurezza e deumidificazione.
I lavori dovrebbero partire tra dicembre e gennaio, mentre per le teche e la protezione delle opere esterne si dovrà attendere il prossimo bilancio comunale del 2017. “Il dirigente alla cultura – scrivono i grillini – ha promesso che in primavera il museo archeologico riaprirà. Forse sì, diciamo noi, ma con la metà delle opere a disposizione”.
Per capire meglio le tappe di questa vicenda occorre fare un passo indietro. “Abbiamo i documenti – scrivono i pentastellati – che attestano che fin dal dicembre del 2015 il Comune già sapeva di dover realizzare gli adeguamenti di sicurezza, deumidificazione e impiantistica della sezione archeologica esterna ed interna del nostro Museo. Nel febbraio 2016, la Soprintendenza, vista l’inattività del Comune, invia lettera dicendo che si vede costretta al ritiro dei materiali statali presenti in museo e richiede l’inventario di tutti i reperti per poterli recuperare. Giunti a maggio, e non avendo avuto ancora risposta, la Soprintendenza, invia un’altra missiva che lascia poco spazio all’interpretazione e che termina così: ‘Qualora codesto Comune non dovesse adeguarsi alle indicazioni di cui sopra, dovrà riconsegnare, a sue spese, detti reperti a questa Soprintendenza entro il 24 giugno’. A questo punto – continua la nota dei 5 stelle – il Comune risponde (dopo un mese) dicendo che quello richiesto ‘implica una disponibilità di risorse, in termine economici e di personale, e l’attivazione di procedure che non potranno essere concluse entro il termine del 24 giugno 2016’”.
Ed è proprio questo a non andare giù a Omiccioli, Fontana e Ruggeri che incalzano: “Il comune ha avuto sei mesi di tempo e non ha mosso un dito – spiegano – e poi dice che non ci sono i soldi. Dopo tre giorni da Ancona rispondono a muso duro, giustamente secondo noi, chiedono la restituzione dei reperti statali non oltre il 5 agosto. Ma, incredibilmente, il 4 agosto, il Comune risponde dicendo che si sono trovati 33 mila euro per poter svolgere le prime attività sulla sicurezza del museo e la fase di deumidificazione. Fatto sta che la Soprintendenza a settembre, si vede costretta a ritirare i reperti statali, facendo un inventario a mano. Ad oggi – termina la nota – il museo è chiuso e questo è un segnale di poca attenzione da parte del comune per il nostro patrimonio storico”