Fano (PU) – E’ con “un largo sorriso di incredulità” che Rosella Accoto, candidata consigliera Regione Marche del Movimento 5 Stelle, risponde alla notizia secondo cui Renato Claudio Minardi, presidente del Consiglio Comunale e candidato fanese del Pd alle prossime regionali, ha accettato la proposta lanciata dalla lista (sua alleata) “Noi Giovani” di impegnarsi a far adottare anche in regione la Carta di Avviso Pubblico come codice etico degli amministratori.
L’Accoto spiega: “La mia ilarità è dovuta al fatto che in quella stessa Carta l’articolo 6 (guarda caso prudentemente cancellato dal codice etico già approvato a Fano) affermi molto chiaramente che ‘L’amministratore, fuori dai casi in cui sia la stessa legge a prevederlo, si impegna ad evitare il cumulo dei mandati politico-istituzionali (…). L’amministratore si impegna ad evitare anche il cumulo successivo dei mandati politici e degli incarichi pubblici’. Questa disposizione è finalizzata proprio ad impedire il fenomeno dilagante del ‘politico di professione’ e la brutta pratica del ‘salto della poltrona’, due specialità olimpioniche in cui Minardi può tranquillamente vincere a tavolino la medaglia d’oro, non solo perché calca il palcoscenico della politica da ben venticinque anni, ricoprendo contemporaneamente anche più cariche in passato, ma soprattutto perché dopo aver preso i voti dai cittadini solo un anno fa per fare il consigliere comunale, ora si ritrova determinato a tentare, in totale spregio del mandato ricevuto dai suoi elettori, lo scatto di carriera in Regione, con relativa ben più lauta retribuzione”.
Prosegue la candidata consigliera, “chiedendosi ingenuamente”, per quale motivo “sia caduto nel vuoto l’appello rivolto dal nostro candidato presidente Gianni Maggi ai candidati di tutti gli altri partiti per ridurre lo stipendio netto dei futuri eletti a 2500 euro al mese”.
“Tutti i candidati del Movimento 5 Stelle si sono già da tempo impegnati solennemente a farlo – ribadisce Accoto – , proprio per avvalorare una concezione radicalmente diversa della politica, non più come mestiere ma come servizio da prestare alla comunità per un tempo limitato (nel nostro caso il limite massimo è di due mandati). Sotto il profilo della trasparenza e della responsabilità politica, noi candidati del Movimento non abbiamo nulla da invidiare a nessuno, avendo sottoscritto un ‘impegno etico’ ufficiale che ci impegna a: rendicontare pubblicamente qualsiasi spesa sostenuta in campagna elettorale; dichiarare qualsiasi situazione di conflitto di interessi personale, economico e professionale e le relazioni di stretta parentela o affinità con altre persone che ricoprono cariche elettive; documentare e limitare l’utilizzo dei rimborsi spese, restituendo le eccedenze e prediligendo l’utilizzo dei mezzi pubblici; organizzare periodicamente serate pubbliche per incontrare i cittadini; dimettersi in caso di condanna penale anche solo in primo grado e così via”.
La grillina torna a puntare il dito, infine, sul presidente del Consiglio Comunale, reclamandone le sue dimissioni: “Prima di farsi bello con i codici etici spendendo le solite sterili parole, forse Minardi avrebbe dovuto verificare che la propria condotta politica non fosse in palese contraddizione con i nobilissimi valori di cui si è improvvisamente scoperto paladino in campagna elettorale, per evitare di incorrere in gaffe clamorose come questa. Proprio perché per il Movimento 5 Stelle la coerenza era ed è rimasta un valore, non posso che rinnovare per l’ennesima volta a Minardi la richiesta di dimettersi dal ruolo che ricopre: sarebbe un gesto che consentirebbe a lui di recuperare qualche punto in fatto di credibilità, e a noi di proseguire più rapidamente nella nostra battaglia contro la nauseante ipocrisia e il trasformismo opportunista della vecchia politica”.