Fano (PU) – L’annunciata “task force” per far diventare Fano una città “Covid Free” ha da subito suscitato polemiche a livello politico, sia tra maggioranza che tra opposizione.
Dopo Edoardo Carboni (Noi Giovani) e Filippo Borioni (Insieme è Meglio) che hanno espresso le loro perplessità oggi a Il Resto del Carlino e su Facebook, anche Stefano Pollegioni di Nuova Fano dice la sua: “Fano sconfiggerà il Covid 19 attraverso un gruppo di esperti che metterà in sicurezza la città. Questo è il messaggio di invito che l’Amministrazione fa al mondo del turismo del mare. Ma siamo matti? In un momento – scrive Pollegioni – dove neanche i più grandi esperti della sanità sanno dare risposte certe da noi Sindaco e Assessore mettono la veste da super eroi e dichiarano che a Fano il Covid 19 sarà sconfitto totalmente e i turisti non avranno alcun problema. Ritengo che sia il messaggio più sbagliato che questa Amministrazione potesse far passare a chi pensa di usufruire dell’accoglienza fanese per passare un periodo di vacanza pur essendo ancora dentro un momento molto difficile, un tempo in cui ognuno di noi, anche per scegliere di andare in vacanza, cerca sicurezza e serenità attraverso proposte serie ma non certo inviti da supereroi”.
“Chi legge dichiarazioni del genere preferisce stare a casa altro che venire in vacanza a Fano. Ma ci rendiamo conto che con un invito–slogan del genere, se dovessero, durante l’estate, venir fuori casi nuovi di Covid soprattutto tra i turisti, sarebbe uno spaventoso danno d’immagine per la città oltre che una responsabilità dell’Amministrazione comunale?”
“Ora – conclude Pollegioni – è estremamente importante trovare le giuste soluzioni per rendere fruibile al meglio la Fano del mare ma anche il centro storico che in questo momento è estremamente penalizzato e messo in ginocchio dalle ultime disposizioni del Governo. Anche in questo caso non ho visto nè sentito assunzioni di responsabilità da parte di questa amministrazione comunale per venire incontro alle difficoltà economiche di questi settori che hanno comunque dovuto pagare, pur non lavorando, affitti onerosi, tasse e quant’altro”.