Fano (PU) – Oggi scopriamo altri fanesi a cui sono state intitolate delle vie o piazze della città: Orlando Sora e Speranza.
Orlando Sora via intitolata con delib. n. 324 del 4.5.1987. (Fano, 18.2.1903 — Lecco, 31.3.1981), pittore, noto soprattutto come ritrattista, affrescatore. Frequentò, a Fano, nella Scuola d’Arte, il corso di decorazione pittorica, si diplomò a Parma quale insegnante di disegno e, per perfezionarsi, frequentò l’Accademia di Brera, a Milano. Dopo un breve soggiorno in questa città si stabilì a Lecco, nel 1931, dove visse sino alla morte con la famiglia. Dapprima paesista, intorno al 1920 intraprese un’intensa attività pittorica partecipando a numerose mostre collettive ed ordinando molte mostre personali in varie città italiane (Pavia Brescia, Genova, ove nel 1935 gli fu assegnata una medaglia d’oro, ecc.). A Lecco affrescò il Teatro Sociale, la Chiesa del Galeotto (1951); nel palazzo “La Moderna” compose La Cooperazione (1958), negli Uffici C.E.A. La Scienza (1968). Illustrò, in bianco e nero, i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni e II bel Paese di Antonio Stoppani. La sua produzione è molto vasta e varia. Particolare curioso: fu anche un welter nella boxe ed un bravo chitarrista; come tale tenne numerosi concerti (uno anche a Pesaro, nel Palazzo Toschi-Mosca, l’I 1.5.1957). Dopo i 60 anni cominciò a studiare armonia e contrappunto.
Speranza (via); delib. cons. n. 4 del 29.5.1901; da antico nobile casato fanese che aveva la sua tomba nella chiesa di S. Francesco: della famiglia si ricordano Ottavio (m. nel 1623): fu al servizio di Marc’ Antonio Colonna, gran Conestabile di Napoli e Generale delle Galere Pontificie; e, come suo camerata fu alla battaglia di Lepanto, dove combatté da eroe tanto che poi il Colonna lo fece capitano di una compagnia di Lance Spezzate con una pensione di 120 scudi annui. Nel 1578 fu Capitano dei Cavalleggeri, nel 1582 di fanteria italiana per il Re di Spagna e nel 1592 Capitano generale di tutti i feudi che il Colonna aveva nell’Abruzzo; da ricordare anche Giuseppe (1587-1637), che scrisse un commento al vecchio e al Nuovo Testamento (1631) ed un’antologia di letteratura ascetica Scripturae selectae (Ravenna, 1625).
Il Palazzo Speranza (poi Fucci) in via Cavour, fu uno dei primi palazzi costruiti subito dopo l’allargamento della cinta muraria ad opera dei Malatesta. Prese il nome dalla famiglia Speranza, che già lo abitava nel 1442. Quando la famiglia si estinse nel ‘700, il palazzo passò ai conti Marcolini, ai quali la famiglia Speranza era legata da stretti vincoli di parentela. Dal 1796 il palazzo divenne proprietà degli avi della famiglia Fucci. Il Palazzo conserva un notevole valore artistico specie per l’atrio e i soffitti cinquecenteschi.